I regali per bambini per un Natale “smart”, Psicologia

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view post Posted on 26/6/2020, 13:02     Top   Dislike
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Nel mucchio dei pacchetti sotto l’albero di Natale non può certo mancare un dono per i più piccoli. E, come da tradizione, anche quest’anno a guidare la classifica degli acquisti natalizi sono proprio i giocattoli. Ma quali regalare per favorire lo sviluppo cognitivo dei bambini?

Secondo l’Accademia americana dei pediatri, i giochi migliori sono quelli che valorizzano le abilità della fascia d’età a cui sono destinati, stimolando, allo stesso tempo, lo sviluppo di capacità nuove. Ecco, allora, qualche esempio.

Sonagli, anelli da mordere, bambole di stoffa, pupazzi e libri morbidi provvisti di specchi sono i giocattoli adatti per chi ancora deve spegnere la prima candelina, perché incoraggiano il neonato a esplorare la realtà che lo circonda e contribuiscono allo sviluppo della coordinazione visuo-motoria. Ai bebè che invece si stanno già muovendo è utile regalare blocchi a incastro, tricicli e altri piccoli mezzi di trasporto, tappeti per l’infanzia, palline e oggetti tira-e-molla, che consentono di sperimentare la forza muscolare e familiarizzare con il controllo del proprio corpo.

Per incoraggiare l’apprendimento del linguaggio, da zero a tre anni gli esperti consigliano libri semplici ricchi di illustrazioni o fotografie, da leggere in compagnia di un adulto perché, è stato dimostrato, elemento essenziale nello sviluppo psicofisico del bambino è anche la relazione con l’adulto di riferimento. E, dunque, perché non approfittare delle vacanze di Natale, quando i bambini trascorrono più tempo con mamma e papà, per leggere un libro in più e giocare tutti insieme?

In generale, avvisano gli esperti, è preferibile scegliere giochi che valorizzano l’immaginazione e le capacità di problem-solving (come le tradizionali costruzioni di legno e i puzzle che, fra l’altro, secondo diverse ricerche, aiutano il bambino a orientarsi nello spazio e promuovono lo sviluppo delle abilità di calcolo) invece di giochi basati sull’elettronica. Come ha dimostrato uno studio pubblicato di recente su “JAMA Pediatrics”, nelle sessioni di gioco che sono tutte luci e suoni i bambini interagiscono meno con gli adulti, parlano poco e la qualità di quello che dicono è più bassa.

“La tecnologia ha molti aspetti positivi e alcune applicazioni possono effettivamente aiutare lo sviluppo neurocognitivo”, spiega Elena Bozzola, segretario nazionale della Società italiana di pediatria, “ma il problema è capire quali applicazioni hanno un intento davvero educativo”. Anche se i bambini del XXI secolo sperimentano l’uso della tecnologia e del digitale molto presto, è fondamentale limitare il tempo trascorso davanti a uno schermo a non più di un’ora al giorno almeno in età prescolare (e comunque mai subito prima di andare a dormire).

Inoltre, se possibile, sarebbe più indicato dedicare quel tempo ad attività di altro tipo. “In questa fascia d’età”, prosegue Bozzola, “anche giocare con semplice pasta da modellare, realizzata mescolando farina, acqua e sale, stimola la naturale inclinazione dei bambini a manipolare gli oggetti, li aiuta a impugnare meglio la penna e altri strumenti di lavoro e favorisce il corretto sviluppo delle capacità grafo-motorie”.

Non è facile entrare in un negozio di giocattoli e uscirne con il pacchetto giusto. La scelta di quale giocattolo comprare è spesso complicata anche dal fatto che moltissimi giochi pensati per i più piccoli vengono etichettati come “educativi” soltanto perché contengono un’ampia gamma di funzioni che basta attivare premendo soltanto un pulsante. In questi casi non viene valorizzata la curiosità e il risultato è che si ottiene l’effetto contrario a quello sponsorizzato dalla confezione: da pedagogico, lo scopo del giocattolo diventa essenzialmente ricreativo, perché al bambino non è più richiesta una grande partecipazione attiva. È per questo che gli esperti consigliano anche giochi semplici come le loose parts, materiali naturali o di recupero che possono risultare più stimolanti dei giocattoli tradizionali perché, invece di avere un unico utilizzo, si prestano a essere impilati, combinati o usati separatamente consentendo al bambino di sperimentare infinite opportunità di gioco.

I veri giochi educativi, in sostanza, sono quelli che favoriscono le interazioni con l’adulto di riferimento, stimolano a vari livelli le capacità linguistiche, valorizzano l’immaginazione e allenano la capacità di risolvere problemi, stimolano la curiosità, incoraggiano la cooperazione e promuovono, perché no, anche l’esercizio fisico. Costruzioni, bambole con relativi accessori, set da cucina, set di strumenti da lavoro, marionette e costumi per travestimenti e in generale tutti i giochi dove “si fa finta di...” sono l’ideale per spingere i bambini in età prescolare a parlare, inventare una storia, imitare gli altri e imparare a gestire le emozioni.

Ma se si desidera spendere poco, anche un album da disegno e un set di matite colorate, pastelli, pennarelli, o tempere e pennelli vanno bene per alimentare la creatività e migliorare i movimenti fini del polso e delle dita, abilità che in futuro verranno sfruttate per compiti sempre più complessi.

Attenzione, però, a non esagerare. Anche se la maggior parte dei bambini che conosciamo possiede probabilmente un sacco di giocattoli, uno studio pubblicato qualche anno fa sulla rivista “Infant Behavior and Development” suggeriva che sarebbe preferibile far giocare i più piccoli in una stanza dove ci sono pochi giocattoli a disposizione. In questo modo, sostengono le quattro ricercatrici che firmano l’articolo, l’attenzione del bambino si concentra su un gioco alla volta, avendo comunque la possibilità di esplorare altri giochi e mettere in moto la creatività senza essere distratto da un numero esagerato di stimoli.


“I bambini non riescono ad apprezzare troppi giocattoli tutti insieme”, chiarisce Elena Bozzola. “Per questo trovo utile incoraggiarli a scrivere una letterina a Babbo Natale, in cui chiedano due o tre regali al massimo per sé e un piccolo regalo a chi ne ha bisogno”. Ecco, quindi, che la mattina di Natale, oltre a essere il momento in cui si scartano i regali, diventa anche un’occasione di crescita sociale, in cui educare la sensibilità del bambino all’attenzione verso gli altri e al rispetto di quello che si ha.
 
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