Op art e movimento virtuale

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view post Posted on 26/6/2020, 10:45     Top   Dislike
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Op art, abbreviazione di optical art, è l'espressione con cui si designa il movimento artistico contemporaneo emerso alla fine degli anni '50 in clima postinformale. Il termine si riferisce a un vasto arco di ricerche sperimentali sui processi percettivi basate sui fondamenti della Gestalt Psychologie (psicologia della forma), da cui la definizione di "arte gestaltica" creata da G.C. Argan. Quale derivazione del processo di astrazione geometrica, l'op art offre suggestioni visive del movimento (talora impresso da un apposito meccanismo) attraverso la matematica organizzazione di forme geometriche e combinazioni di colori puri in modo da agire sulla sensibilità psicofisica percettiva dello spettatore, che viene coinvolto così in un'attiva partecipazione.Strettamente intrecciato con la ricerca della op art il movimento virtuale parte dallo studio dei procedimenti ottici e psicologici iniziato con gli impressionisti e continuato con il cubismo, il costruttivismo, l'opera di P. Mondrian: il movimento è prodotto, nel caso più semplice, dalla disposizione di linee e di forme geometriche, dai loro rapporti cromatici, chiaroscurali e di estensione. Campione di queste ricerche, fin dalla metà degli anni '50, è il pittore franco-ungherese Victor Vasarely (1908-1997). Vasarely raggiunge l'effetto di attivazione visuale anche con superfici variamente ondulate o aventi applicazioni optical, costruite in materiale assorbente, riflettente, filtrante, rifrangente la luce (textures); in questo caso si richiede lo spostamento dello spettatore rispetto alla fonte luminosa. Il movimento può ottenersi anche dalla variabilità della fonte luminosa interna o esterna all'opera.Sotto l'influenza di Vasarely, queste ricerche si sviluppano col gruppo internazionale Nouvelle tendance (mostre a Zagabria dal 1961), in Francia col Groupe de recherche d'art visuel (GRAV), in Germania col gruppo Zero di Düsseldorf, in Spagna con l'Equipo 57, in Italia con i gruppi T di Milano, N di Padova, 1 di Roma. Tra gli artisti italiani di questa corrente si segnalano G. Colombo, D. Boriani, E. Mari, G. Varisco. Il movimento realeAll'interno dell'arte cinetica la corrente del movimento reale produce opere in cui il moto è generato da forze fisiche semplici o di congegni meccanici più o meno complessi, talora in concomitanza con effetti luminosi. La componente meccanica può essere presentata in chiave apologetica, di ascendenza costruttivistica (Nicolas Schöffer, 1912-92; Von Graevenitz), o in chiave polemico-caricaturale di derivazione dadaista (Jean Tinguely, 1925-91; Kramer).In altri casi si ha un movimento non prevedibile, a simbologia naturale e magica, come nei mobiles dello statunitense Alexander Calder (1898-1976), e, in Italia, nelle "macchine inutili" di Bruno Munari (1907-1998). La partecipazione dello spettatore all'operazione artistica si fa sempre più attiva: egli non solo aziona pulsanti e manovelle per mettere in moto congegni meccanici, ma scompone e ricompone le parti dell'oggetto, collaborando, in certo senso, al risultato artistico (per esempio i quadri trasformabili di Agam, gli oggetti di P. Bury, Rot).
 
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