Posts written by ROSELLA

view post Posted: 26/6/2020, 14:16     PAMIR 4X4 - Visitare il mondo
Un nuovo viaggio in Tagikistan esplorando i territori mozzafiato del mitico Pamir, attraversati da mercanti come Marco Polo e missionari come Bento da Goes. Nel 2013 il “tetto del mondo” è stato dichiarato dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità ed è ritenuto uno dei più affascinanti scenari d'alta montagna. Con i fuoristrada guidati da esperti autisti percorreremo parte della mitica M41 e ci addentreremo maggiormente fra le vette e l’altopiano del Pamir. In circa dodici giorni raggiungeremo Osh in Kirghizistan attraverso alcune delle più sperdute e isolate valli interne del Tagikistan. In particolare percorreremo l'intera sterrata e impervia strada che scorre lungo la valle del fiume Bartang. Godremo in continuazione di scenari magici, alloggeremo nelle case degli ospitali e accoglienti villaggi, piccole oasi verdi con i campi ben curati ed alla sera assisteremo all'arrivo delle greggi di capre e pecore per la mungitura. Nell'alto Bartang, la strada scorre lungo un paesaggio lunare di forti contrasti tra la terra ocra/marrone e il pietrame di color grigio intenso, con sullo sfondo gli incredibili scenari di ghiacciai perenni e maestosi settemila.
Programma di massima
Arrivo in volo a Dushanbe, visita della città e della fortezza di Hissar a pochi chilometri dalla capitale. Notte a Dushanbe. Con le 4x4 inizia la nostra traversata percorrendo la M41 con alcune soste come alla diga di Rogon costruita dagli italiani. Superato il passo di Tavildara (3.252 m) giungiamo nel tardo pomeriggio a Kalai Khum (1.400 m) bagnato del fiume Panj che forma l’Amur Darya, lo storico Oxus. Notte in gesthouse. Siamo nel Gorno-Badachsan (GBAO), il distretto più orientale del Tagikistan abitato solo da 220 mila persone ma che forma il 40% del paese. Da Kalai Khum, dopo alcune ore lungo la M41, deviamo per la valle di Khuf (2.700m), molto verde e la prima valle interna del Pamir. Saliremo alle malghe sopra il villaggio fra gli armenti e saremo ospiti dei pastori.
Ritorniamo sulla M41 fino a Khorog. La strada corre lungo il confine afghano ed è possibile vedere i villaggi arroccati tra le sponde del fiume e la roccia. In alcuni punti, la gola è larga meno di una cinquantina di metri. Da Khorog (2.150 m), capoluogo del GBAO, se il tempo lo consente, proseguiamo lungo le sponde del Panji fino a Langar, dove inizia il corridoio del Wakkan, per tornare a Khorog attraverso la valle di Shok Dara.
Il giorno seguente iniziamo a risalire la valle del fiume Bartang con i suoi magici e mutevoli scenari. Nel pomeriggio arriviamo al sereno e verdeggiante villaggio di Basid (2.358m) in tempo per una visita ai due santuari, espressione della fede ismailita del popolo bartangi i cui anziani parlano acora un dialetto di origine iranica. Notte a Basid. Si riparte sempre lungo la “Bartang Highway”. Sosta a Roshorv, altro luogo da favola disposto su un pianoro dominato dal ghiacciaio Labnazar. Pernottiamo a Savnob (2.665m) (raggiungibile anche a piedi attraverso i sentieri percorsi dagli abitanti), un villaggio con tipiche case pamire dal tetto piatto e dalla sala comune con i ritratti dell’Aka Khan, disposte su terrazzamenti coltivati con alberi di albicocche. Assisteremo al ritorno delle greggi, alla mungitura ed alla cottura dei pani nel forno tanduri.
Alla mattina visitiamo le rovine del vecchio castello, le rocce con i petroglifi e le grotte rifugio considerate sacre. Si riparte con sosta a Pasor e in serata notte nell'ultimo insediamento bartangi a Ghudara, un altro luogo incredibile. L'indomani percorriamo il tratto più mozzafiato della Bartang road sovrastati da nevai e ghiacciai. Finalmente ci affacciamo al valico di Kök Jar (3.807m) ed entriamo nel Pamir orientale. La pista corre ora alla testata del bacino del Kök Bel dominato dalla sottocatena del Muzkol (6.233m). Con grande sorpresa scopriremo i geoglifi che gli appassionati di astronomia ritengono essere un calendario lunare risalente a 2.500 anni fa e vedremo anche i crateri di due impatti meteorici. Una deviazione porta agli alpeggi di Jalang (4.150m), accampamento estivo (jailoo) formato da yurte, le tipiche tende del Centro Asia. Chiederemo ospitalità in una di queste e dormiremo scaldati dalla piccola stufa alimentata da sterco di yak. Per cena ci saranno offerti yogurt, crema di latte ed altri latticini, una vera delizia. Da Jalang, dopo pochi chilometri, ci immettiamo nella M41 per giungere al passo Akbaital (4.655 m), il punto più alto dell'intero viaggio. Poi deviamo a est verso il confine cinese per giungere nella valle di Rankul, un altro scenario magico con una visione del Muztag Ata (7.509m), il “padre delle montagne ghiacciate” in territorio uiguro. Raggiungiamo Murghab, la cittadina più grande del Pamir orientale abitata da tagiki e da kirghisi che ci sorprenderà con una sopravvissuta statua di Lenin offrendo anche qualche possibile deviazione. Ora percorriamo la M41 verso Nord sempre con spettacolari scenari fino al lago Karakul, bacino endoerico formatosi dall’impatto con un gigantesco meteorite.
Dal lago Karakul ci attende il lungo trasferimento lungo la M41. Visitiamo il calendario solare formato da geroglifi presso la necropoli di Karaart e ci fermeremo a vedere l’unica traccia del dominio zarista rappresentata dallo stemma di Nicola II sui ruderi di una caserma dell’ottocento. Si sale al passo Kyzil Art (4.282 m) al confine tra Tagjikistan e Kirghizistan. Sosta pranzo a Sary Tash, ultime foto sulle catene montuose del Pamir Alaj e poi la strada lungo il fiume Ghulca ci porterà a Osh. Visitiamo la città con il suo bazar e ed il Trono di Solimano. All’indomani il ritorno in Italia che potrebbe avvenire anche attraverso Bishkek.
view post Posted: 26/6/2020, 14:14     MANGYSTAU UZBEK - Visitare il mondo
Un nuovo viaggio dedicato alle perle dell’Asia centrale, il ben noto Uzbekistan, con i suoi tesori architettonici e all’ancora sconosciuto sud-ovest del Kazakhstan, la provincia del Mangistau, che è una vera sorpresa di paesaggi spettacolari come quelli del Farwest, di antiche necropoli dei nomadi, di moschee sotterranee. Un viaggio per chi ama gli spazi inesplorati, il piacere di fotografare, l’avventura. Dall’Italia ad Aktau, in Kazakhstan, sulle rive del mar Caspio. Da qui su robuste 4x4 affrontiamo la parte più avventurosa del viaggio, l’esplorazione della penisola del Mangyshlak e dell’altopiano di Ustyurt (patrimonio Unesco), che è parco nazionale. Paesaggi incredibili, ancora sconosciuti al turismo occidentale, in cui si possono incontrare occasionali attendamenti di nomadi in cui sarà possibile assaggiare il latte di cammello. Dapprima verso nord-ovest, alla moschea con tre grandi sale sotterranee di Shakpak Ata, da cui, dopo averla visitata, ci infileremo nel Shakpoaktysay canyon di un bianco/grigio accecante, dapprima stretto e impervio, per poi allargarsi in una grande piana circondata da falesie bianche. A seguire il canyon Kapamsay (la cui base è una colata di gesso bianco alta 70 metri), lungo e stretto che ammireremo dall’alto per poi eventualmente esplorare a piedi. Poi, in un crescendo di emozioni, con un cambiamento continuo di colori, paesaggi e prospettive, verso le enormi sfere di pietra di Torish, le pareti a strati multicolori di Kokala, antica foresta pluviale di felci ed equiseti: negli strati più chiari, rossicci, è possibile scorgere impronte di foglie, quelli più scuri sono di cenere compattata. Poi il monte Sherkala per concludere la giornata con gli scorci sulle elevazioni Ayrakty-Shomanay, con geoglifi che ricordano quelli di Nazca, ma di fattura recente, che ammireremo al tramonto e all’alba, su pianure dove pascolano in libertà cammelli e cavalli. Di qui, dopo una sosta per rifornimento alla cittadina di Shetpe, ci spostiamo a sud-est, attraversando zone di strati multicolori rosso e crema, o bruno e crema, che esploreremo a piedi facendo bene attenzione a non rovinare i suoli fragili. Superato il massiccio di Bokty, passando per la Baysary valley, dove i fianchi delle alture sono scavati in ripidi calanchi, che a volte colonne che sembrano sorreggerle, arriviamo alla base della falesia di Bozzhira, uno degli spettacoli più belli dell’altopiano dell’Ustyurt. Residuo di tempi in cui il caspio era molto più ampio, da essa si staccano valli lunari e canyon dalle forme e dai colori sempre diversi, dove nidificano le aquile, fermandoci continuamente a fotografare. Esploreremo quindi a piedi sia la base, sia le zone intermedie con facili salite, per arrivare poi, con le nostre 4x4, ai punti panoramici, dove oltre a fotografare le meraviglie che appaiono sotto di noi trovando sempre nuovi punti d’osservazione e motivi di interesse, piccoli trek ci consentiranno di scorgere panorami nuovi o di raggiungere posizioni ottimali per cogliere scorci fantastici. Una lunga corsa tra altre meraviglie ci consentirà di raggiungere il canyon Tuzbayr, una grande distesa di sale residuo del Caspio, su cui se saremo fortunati potremo scoprire impronte di gazzelle e predatori. Le pareti del canyon scendono in basso come con una scalinata di gesso bianco, magnifica, da fotografare preferibilmente all’alba o al tramonto. Ne esploreremo dapprima la base con brevi trek. Il giorno dopo, dopo una traversata velocissima, ma con molte della piana di sale in auto, saliremo ai punti panoramici in alto, per scoprire quello che dal basso non si vede e meravigliarci ancora di più. Ci muoveremo per raggiungere Beyneu con la visita alla piccola, vecchia e unica nel suo genere, moschea Korkembay, non più officiata ma sempre una chicchetta architettonica. A Beyneu avremo la possibilità di farci una doccia in un alberghetto locale, prima di prendere il treno notturno per Kungrad in Uzbekistan. Superati i relativamente rapidi controlli di frontiera alla partenza e dopo un paio d’ore, all’ingresso in Uzbekistan, che purtroppo ci spezzeranno il sonno, potremo goderci un meritato riposo in cuccette molto simili a quelle italiane, salvo il folcloristico passaggio di venditori e cambiavalute che comincia al mattino. Da Kungrad ci spostermo a nord verso Muynak ad dove partiremo per andare a visitare il famoso Lago d’Aral, un lago salato di origine oceanica in costante e lento ritiro dagli anni ’50 a causa del poco afflusso dei suoi immissari che non riesce a compensarne l’evaporazione. Rientriamo a Kungrad e ripartiamo verso sud est. A Nukus potremo fare una visita al museo Savitsky (avanguardia russa censurata dal regime sovietico), poi con un pulmino intraprenderemo il viaggio nella steppa del Karakalpak verso Khiva. Nel percorso, una piccola deviazione ci consentirà di ammirare i ruderi ancora ben conservati, ed in corso di ottimo restauro con tecniche tradizionali, di Kizil Kala e quelli più grezzi, ma ben leggibili dall’alto nella loro imponenza di Toprak Kala, per raggiungere poi direttamente Khiva. Da cui proseguiremo, visitando Bukhara, Samarcanda (per i dettagli vedere il programma dell’Uzbekistan soft), giusto coronamento di un viaggio indimenticabile, per arrivare infine a Tashkent, da dove prenderemo il volo per l’Italia.

La depressione di Karyn-Zharyk
Nel mese di Aprile può essere considerata l’inclusione della visita alla depressione di Karyn-Zharyk con le sue 5 grandi formazioni rocciose (Tortkul). Un lago salato 75m sotto al livello del mare che nel mese di Aprile, quando è spesso allagato, può regalare panorami di rara bellezza.
view post Posted: 26/6/2020, 14:12     KAZAKHSTAN - Visitare il mondo
La più grande delle Republiche Centro Asiatiche, il Kazakistan, è una nazione di sconfinate steppe e di storia millenaria ricca di contrasti in cui città moderne si alternano alle yurte dei nomadi,. Arriviamo ad Astana poi Almaty la vecchia capitale nel sud del Paese al confine con il Kyrgyzstan da cui iniziamo la scoperta di questo vasto territorio, terra dei tulipani che in primavera ricoprono l'intero paese di un tappeto rosso di fiori selvatici...

In volo dall’Italia arriviamo ad Astana la nuova capitale -ribattezzata Nur-Sultan dal marzo 2019- che scopriremo ricca di stravaganti architetture contemporanee. Il giorno seguente con un breve volo siamo a Shymkent, capitale della regione del Sud Kazakhstan, chiassosa città sorta nel 1365 d.C. sulla Via della Seta, famosa ancora oggi per i suoi bazar da qui ci dirigiamo verso la città di Turkistan. In questo centro sono presenti resti archeologici datati IV secolo, in seguito fu un importante centro commerciale. Il nome Hazrat-e Turkestan significa letteralmente «Il Santo del Turkestan» e si riferisce a Khoja Ahmad Yasavi, il grande maestro sufi del Turkestan, nato qui alla fine dell'XI secolo e seppellito all'interno della città. Sotto la sua guida la città divenne il centro accademico più importante per i popoli delle steppe kazake. Negli anni '90 del XIV secolo Timur fece erigere una magnifica cupola, chiamata Mazar o Mausoleo, che è senza alcun dubbio il monumento architettonico più significativo di tutto il Kazakistan. Nel 2005 anche il mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Altri importanti siti storici comprendono un bagno termale medioevale e altri quattro mausolei, uno di questi è della nipote di Tamerlano. Sulla strada per Zhabagly ci fermiamo ad Otrar tipica fortezza dell’Asia centrale. L'area dell'insediamento era di circa 2 km²: gli strati più bassi sono databili al I secolo, mentre i monumenti più recenti sono del XII-XV secolo. La sera pernottiamo al villaggio Zhabagly. Il giorno successivo partiamo per l’esplorazione della riserva Naturale di Aksu-Dzhabagly, qui visitiamo il bellissimo canyon dell’Aksu nel massiccio del Tian-Shan, con pareti alte fino a 500 m. Situata vicino Shymkent Zhabagly, è la porta d’ingresso ad una enorme e selvaggia area a cavallo con l’Uzbekistan: qui si possono incontrare marmotte, linci, volpi e orsi. Spesso anche il leopardo fa sentire il suo ruggito tra le alte montagne ma è difficile incontrarlo, cosi come lo yeti che si suppone abiti quest’area! Un treno notturno ci riporterà ad Otar per un ultima visita ai petroglifi di Tamglay. Questo sito archeologico è noto per le sue incisioni rupestri. La maggior parte dei petroglifi si trova nel canyon principale, ma alcuni di essi sono stati incisi nelle vallate secondarie. Le circa 5.000 figure incise tra media età del Bronzo ed età del Ferro (1.400 a.C. II sec. d.C.) e poi, in misura minore, in età Medievale e sub-recente, documentano scene di culto, animali, divinità solari, esseri umani, carri trainati da cavalli, scene di caccia e di guerra. Non a caso la parola Tamgaly in lingua kazaka significa “luogo dipinto” o “segnato”. Dal 2004 il sito è stato incluso nell'elenco dell’UNESCO dei Patrimoni dell'umanità. Proseguiamo per Almaty dalla caratteristica atmosfera russa (che fino al 1997 era la capitale del Paese) dove visitiamo il Museo Nazionale, importante punto di riferimento per la cultura kazakha attraverso le sue 4 sezioni: paleontologia e archeologia, storia dal XV al XX sec., etnografia; la cattedrale Zenkov ed il Monumento all’Indipendenza. Il giorno dopo partenza per il Charyn Canyon dove la diversa consistenza degli strati, messi in luce dall’erosione dei ghiacciai, delle acque e del vento genera effetti multicolori di una bellezza mozzafiato. Qui il fiume Charin nei millenni ha scavato una profonda gola, chiamata Valle dei Castelli, formata da rocce scolpite in forme strane e suggestive, scorci spettacolari incastonati tra splendide sculture di roccia createsi in epoche diverse e di diversa origine attraverso l’azione millenaria di agenti atmosferici. Sebbene sia più piccolo, con i suoi ca 90 km di lunghezza e le sue gole multi colore lascia negli occhi un’impressione vivida ed affascinante pari a quella offerta dal Grand Canyon. Offre inoltre eccellenti possibilità di fare canyoning, rafting ed arrampicate. Se il tempo ce lo permetterà potremo anche arrivare ad Issyk, area di una importante necropoli, formata da molti tumuli del I mill. a.C., sepolture degli aristocratici cavalieri Saka. La più famosa è quella dell’”Uomo d’Oro”, dallo straordinario corredo aureo del VI sec. a.C. (conservato nella capitale), alla quale è dedicato un piccolo Museo sul sito di scavo. Pernottiamo al villaggio Saty. Da qui il giorno dopo procediamo per Kolsay Lakes: tre incantevoli laghi di montagna si susseguono lungo il corso del fiume Kolskai tra le ripide e boscose colline dell'Alatau; i laghi sono situati ad un altitudine di 1800, 2250 e 2700 mt slm. Visitiamo questo magnifico parco che si distingue per la presenza di piante rare ed animali. Pernottiamo a Kaindy dove avremo modo di osservare la “foresta affondata”. Da questo lago creato come risultato di una enorme frana calcarea generata da un terremoto nel 1911 è possibile osservare tronchi secchi di alberi sommersi elevarsi al di sopra della superficie. Il giorno dopo è la volta de Altyn-Emel National Park, 182 km nord-est di Almaty che con i suoi 4600km2 ha al suo interno la Singing Dune. Una montagna di sabbia chiara, lunga 3 km e alta 150mt. che è un vero fenomeno della natura, famoso perché, quando il clima è asciutto e secco, la duna di sabbia emette un suono simile a quello prodotto dalla canne di un organo. In passato invece si credeva che il suono fosse dato dagli spiriti di antiche città sepolte presenti nei dintorni...Tornati ad Almaty il giorno dopo facciamo un’ultima escursione al Big lake nei pressi della città; il lago si trova in una gola del fiume Bolshaya Almatinka 2511 slm…uno splendido specchio d’acqua incastonato tra picchi montani. Ma i giorni volano in fretta: ultima sera in terra Kazaka e poi il volo di rientro per l’Italia con ricordi di uno splendido paese ancora sconosciuto al turismo di massa.
view post Posted: 26/6/2020, 14:11     KYRGYZSTAN - Visitare il mondo
Il viaggio si propone di visitare gli aspetti più caratteristici del Kyrgyzstan. La capitale Bishkek, i laghi Yssyk Kul e Son Kul, le montagne del Tien Shan e di conoscere il popolo Kirghiso nella realtà delle steppe e dei pascoli di alta montagna. In tal modo si potrà avere una panoramica globale sia della geografia del paese, della cultura nomade e della vita nell’Asia Centrale postsovietica. Viaggio da svolgersi in estate in considerazione dell’altezza delle zone visitate.
Repubblica del Kirghizistan: il 94% è montuoso, circa il 40% della regione kirghisa supera i 3000 m e per tre quarti è coperta da nevi e ghiacci perenni. Askar Akayevich Akayev è stato il primo presidente della Repubblica indipendente, mantenendola strettamente legata alla Russia, con cui vi era una preponderante interconnessione economica. Akayev è rimasto al potere fino al 2005, quando violente proteste di piazza, mosse da Ong evidentemente riconducibili all'Open Society Institute di George Soros (la cosiddetta Rivoluzione dei Tulipani), lo costrinsero a dimettersi. Venne, quindi, nominato presidente Kurmanbek Salieviò Bakiev che, nel 2009, decise di affiancare alla base militare americana di Manas (appoggio logistico alle operazione della Nato in Afghanistan) la base russa di Kant. Bakiev è stato poi cacciato nel 2010 da un'insurrezione popolare guidata dall'opposizione filorussa. Al suo posto Roza Otunbayeva, a capo degli oppositori, divenne Presidente del Kirghizistan e presidente del consiglio, con un colpo di stato, ad interim, con la promessa di nuove elezioni democratiche. Si giunse però alle soglie della guerra civile e a violenze verso la minoranza uzbeka, la Otunbayeva chiese allora l'aiuto russo. L'economia kirghisa si regge tradizionalmente sull'agricoltura e, grazie alle riforme sovietiche, su un'industrializzazione massiccia. Sono presenti vasti giacimenti di carbone, oro, antimonio e uranio. I kirghizi rappresentano ii 66% della popolazione, mentre i russi sono ii 22% e gli uzbeki 13%. Le lingue ufficiali sono il russo e il kirghizo, lingua turco nordoccidentale, con alfabeto cirillico. La capitale è Bishkek.
La catena del Tien Shan (Montagne Celesti in cinese) lunga più di 2500 Km e larga in alcuni punti oltre 500, è uno dei più grandi sistemi montuosi dell'Asia. Le sue montagne fanno da confine per le nazioni dell’area e le sue cime superano i 7000 mt. Situato nel cuore dell'Asia centrale, il Kirghizistan è dominato da queste vette e dai laghi che si sono creati tra le sue valli. Il popolo Kirghiso orgoglioso del proprio paese e della propria cultura, si è formato in questa natura; dura nei suoi inverni ma generosa nelle altre stagioni. Un contesto di invasioni di popolazioni provenienti dall’Est ha forgiato l’etnia. Sciti, Macedoni, Turchi, Arabi, Uiguri, Mongoli, Russi tutti hanno lasciato una traccia nella cultura e nelle tradizioni. Ancora oggi ci si puo imbattere in cavalieri che guidano i greggi in groppa ai famosi cavalli della valle di Fergana in nomadi che vivono nelle yurte e che accolgono i viaggiatori con l’ospitalità tipica dei popoli dell’Asia Centrale. Vestigia del tempo delle carovane della via della seta e dell’epopea della conquista mongola.
Il Kirghisitan, come le altre ex-repubbliche sovietiche, dichiarò l’indipendenza dopo lo scioglimento dell’URSS: il 31 agosto 1991. Durante il nostro viaggio visiteremo la capitale Bishkek, i laghi Yssyk Kul e Son Kul, le valli e le montagne del Tien Shan. Passeremo giornate con i nomadi avvicinandosi alla loro cultura e godendo della possibilità di organizzare escursioni a piedi o a cavallo.

1° giorno: Partenza dall’Italia arrivo a Bishkek;
2° giorno: Visita della capitale Bishkek;
3° giorno: Lake Yssyk Kul– Trasferimento sul Lago Issyk-Kul a Karakol, e visita della costa nord;
4° giorno: Karakol: Visita della tipica cittadina e parte coloniale russa;
5° giorno: Altyn Arashan – Escursione nell’area sovrastante il lago Zona di sorgenti termali calde. Passeggiate nei dintorni. Rientro a Karakol
6° giorno: Jety-Oguz. Escursione nell’area naturalistica montana della Flower Valley ai piedi della catena del Tian Shan. Con le famose formazioni rocciose dei “sette tori” “e del cuore spezzato”.
7° giorno: Kochkorka. Partenza da Karakol attraverso la costa meridionale del lago Yssyk Kul si raggiunge Kochkorka . Alloggio e visita località
8° giorno: Lago Son-Kul. Trasferimento al lago Son Kul circondato dalle montagne e in mezzo a alpeggi ad alta quota oltre i 3000 mt. Alloggio in yurta e escursioni nell’area.
9° giorno: Lago Son-Kul. Escursioni a piedi o cavallo nei dintorni
10° giorno Naryn. Trasferimento attraverso i passi delle alte montagne per Naryn.
11° giorno Visita Naryn e Tash Rabat Caravanserai
12° giorno Rientro a Bishkek attraverso le valli interne, visita Torre di Burana.
13° giorno Giornata libera a Bishkek
view post Posted: 26/6/2020, 14:10     LE ORME DI TAMERLANO - Visitare il mondo
Il viaggio soddisferà ogni tipo di aspettativa perchè vario e interessante sotto ogni punto di vista, in particolare nelle ex repubbliche sovietiche si notano i cambiamenti storico sociali di popoli che sono alla ricerca della propria memoria storica. Il Turkmenistan rappresenta un paradosso con una capitale moderna e attiva che registra la presenza di molti imprenditori europei e il resto del paese in stato di perenne abbandono. L’Uzbekistan è un paese che cerca di riscattarsi attraverso l’apertura con l’occidente capitalistico, ma mantiene intatti paesaggi antichi e magici. Anche l’Iran occupa l’interesse internazionale per le questioni relative allo sviluppo dell’energia atomica. Su tutto e nonostante tutto domina su questa regione l’ombra di una storia millenaria affascinante che ha lasciato all’umanità testimonianze del genio delle popolazioni che si sono succedute in questa area geografica dove i primi commercianti del passato cominciarono a disegnare quella Via della Seta che ha rappresentato nella storia dell’Umanita’ un momento unico e irripetibile.

Partiamo dall’Italia per Tashkent, visitiamo la città e l’indomani partiamo per Samarcanda e andiamo subito nella piazza Registan a vedere le Madrase alla luce del tramonto. Continuiamo la visita con la necropoli di Shahi-Zinda, poi al museo osservatorio di Ulugh bek e al Guri Amir, mausoleo di Tamerlano, alla moschea di Bibi Khaym. Nel pomeriggio la moschea Komdia Abdi darum davanti le rovine di Ismrat-kmona. Proseguiamo Bukhara, visitiamo l’area del Labi hauz con le madrase, i mercati coperti, il bazar dei cappellai quindi la piccolissima moschea di Chor Minar, l’Ark fortess e al mausoleo Ismail Samani, le mura e il Rejistan con il mausoleo di Chashma-ayub. Nel pomeriggio ancora i Bazar coperti, la madrasa Miri Arab, la moschea Kalon e il minareto Kalon, illuminati dalla luce del tramonto. Raggiungiamo quindi Khiva, iniziamo il giro dalla porta Ovest, e l’area del minareto Kalta Minor rivestito di piastrelle turchesi, il Kukhna Ark fortezza e lo Zindom; le madrase di M. Rakhim Khan e Sherghozi Khan. Poi al mausoleo più sacro della città, il Pahlavon Mahmud, la moschea del venerdì, la madrasa Islom-huja e il suo alto minareto. Terminiamo con la visita all’harem e all’antico bagno turco vicino alla porta est.
Partiamo verso la frontiera del Turkmanistan Khiva Dashouz-Kunya Urghenc, la visita a questi mausolei sparsi in un’area molto estesa al tramonto è uno dei momenti più belli di tutto il viaggio. Uno dei minareti risulta essere il più alto in assoluto dell’Oriente. Proseguiamo attraverso il Deserto del Karakum per DARWASA e ASHGABAT. L’oasi di Darwasa ci sembra miraggio... niente di niente, solo esseri umani abbandonati in mezzo al deserto con quattro case e qualche cammello; immancabile la moschea anche se con i tetti in lamiera... visitiamo due grandi bocche da dove esce gas naturale in fiamme, di notte deve essere uno spettacolo infine arriviamo in vista della capitale Ashgabat. L’indomani visiteremo il famoso Bazar di Tolkutcha, dove vendono di tutto. Nel pomeriggio visitiamo l’area del centro città che è un insieme di palazzi monumentali di marmo bianco e rosa e di statue in oro del Turkmenbashi, che culminano con una specie di torre con sopra la statua del presidente sempre in oro con le braccia aperte che ruota in direzione del sole. Partiamo verso l’Iran, troviamo in frontiera il nostro pulmino prenotato ed arriviamo a Mashad dove visiteremo il recinto sacro con i fedeli in preghiera, esperienza che ci metterà in contatto profondo con la religione islamica. Un volo ci porterà da Mashad–Isfahan e subito faremo un giro in città nel bazar e nella piazza è-Emam Khomeini. Poi andremo a vedere il tempio del fuoco zoroastriano e i minareti oscillanti (Manan Jambar) e una passeggiata lungo fiume per avere una panoramica dei ponti, poi visitiamo nell’ordine Kakh-è Cehelsotun, Kakh-è Hashst Behesht, i monumenti della piazza Khomeini ossia la moschea dello sceicco Lotfollah, la moschea di Eman e il palazzo di Ali Gabu. Poi in liberta per i bazar della città. Partiamo in pulmino per Naim–Yadz visitiamo la moschea dell’Emam, la Bagh-è duolat abad, i Kuche, vicoli della città vecchia dove si affacciano case con pareti di argilla. Proseguiamo per Reyen in alternativa a Bam, purtroppo distrutta dal terribile terremoto, oggi è oggetto di un piano di ricostruzione e restauro. Un lungo trasferimento ci porterà a Shiraz nostra base per le visite di Persepolis e degli altri siti nella zona. In città visitiamo l’Arg-è Karim Khanì, poi alla Mashied-è nasir-ol-Molk, passiamo alla tomba con le cupole a “bulbo” Emam Zadè-yè, e sulla strada per Persepolis facciamo una sosta alla porta del Corano Darvazè-yè-quran. Visitiamo le rovine di Persepolis. Poi ci dirigiamo alle tombe di Nagh-è-Rostam. Per una mezza giornata saremo liberi di girare per i mercati della città poi un volo ed eccoci a Teheran, andiamo a visitare due musei, quello archeologico e quello islamico poi ci infiliamo per le strade del Bazar, è l’ultima immersone nella folla, negli odori, nel fascino di questo viaggio che certo ci lascerà ricordi indelebili.
view post Posted: 26/6/2020, 14:09     IRAN TURKMENIA UZBEK - Visitare il mondo
Una grande traversata dell’Asia Centrale, dall’Iran ai deserti del Turkmenistan fino agli splendori architettonici dell’Uzbekistan, con inizio a Tehran e fine Tashkent. Un viaggio che in 23 giorni combina tratti della famosissima “Via della Seta” e la visita dei più famosi siti archeologici della zona all’esplorazione dello sconosciuto ma straordinario deserto del Turkmenistan occidentale. In volo dall’Italia a Tehran, capitale moderna e caotica dell’Iran, famosa per il suo importante museo archeologico e quello dei tappeti. Da qui ripercorriamo un tratto della “Via della Seta” iraniana che dalla capitale ci porterà a Mashhad, importantissima città sacra degli sciiti. Lungo la via passeremo per Semnan, piccola città ricca di luoghi d’interesse storico-culturali, quindi Orost per visitare le spettacolari terrazze naturali di travertino di Badab-e Surt e poi Damghan, con la moschea Tari-Khane (casa di Dio), considerata la più antica dell'Iran, che risente dell'influenza del vicino deserto e adotta soluzioni architettoniche adatte a questo clima, ed il Mausoleo a Torre con stucchi e bassorilievi dai tipici disegni propri dell’arte pre-islamica. Proseguiamo per Sabzevar ed infine eccoci a Mashhad, la città sacra degli sciiti e luogo di pellegrinaggio che milioni visitano ogni anno per rendere omaggio al venerato luogo di sepoltura dell’ottavo Imam dello Sciismo duodecimano Ali al-Ridha. Usciamo dall’Iran passando per la citta di Sarakhs, un tempo un fondamentale punto di sosta sulla “Via della Seta”, e raggiungiamo Mary e l’adiacente oasi di Bajram Ali da dove partiremo per visitare le rovine di Gonur Tepe e quelle famosissime di Merv, patrimonio dell’UNESCO ed ai tempi una delle citta-oasi principali sulla via della seta. Leggende della mitologia ariana fanno dell’oasi di Merv il paradiso terrestre e la culla della razza umana. Secondo le notizie storiche più antiche essa fece parte, col nome in persiano antico di Margus , dell’impero achemenide; dopo la conquista della Battriana, Alessandro Magno vi fondò (forse nel 328 a.C.) la città di Alexandria Margiana , che Antioco fece ricostruire ai primi del sec. 3° a.C. (fu chiamata, da allora, Antiochia Margiana), e nei secoli successivi, fino alla sua distruzione, rimase sempre la capitale dell’oasi. Importante centro religioso cristiano sotto i Sassanidi, dopo la conquista araba divenne la sede del governo del Khorasan e partirono quindi da essa tutte le imprese di conquista armata all’islamismo nell’Asia Centrale; Merv era un’estesa città, cinta di mura (è stato ritrovato il fossato che la circondava), con quartieri dove la popolazione viveva raggruppata secondo i mestieri esercitati. Da Mary risaliamo verso ovest fermandoci prima a visitare gli scavi archeologici dell’antica città sasanide di Abiward e poi alla capitale Ashgabat, situata a soli 20km dal confine con l’Iran. Ci dirigiamo prima verso le montagne del Kopet Dag ed il suo capoluogo Nokhur, quindi, dopo una lunga tappa e passando per Balkanabat, alla città portuale di Turkmenbasy, affacciata sul Mar Caspio e circondata da una bella catena montuosa dalla quale potremo godere di un bellissimo panorama sul mare. Per strada visita della Moschea di Geok Depe ed al lago sotterraneo di Kow-Ata. E’ da Turkmenbasy che partirà la nostra splendida traversata dello di questo sconosciuto deserto occidentale. Il deserto è un unicum senza nome, i nomi indicati non hanno effettivi riferimenti nel territorio, solo le sue svariate bellezze lo rendono diverso ad ogni passo e ad ogni momento del giorno e della notte. Le giornate iniziano con il ritmo naturale del ritorno della luce e del sole. Dopo la colazione smontiamo il campo e proseguiamo il nostro viaggio: durante le lunghe giornate di attraversamento, c’è sempre qualche spettacolo nello spettacolo: come quando ci affacciamo con un colpo d’occhio superbo su Yangykala Canyon: natura sovrana incontrastata! L'ultimo giorno ritroviamo l'asfalto e velocemente arriviamo a Darvaza. Proseguiamo senza fermarci e percorsi una decina di chilometri, giriamo a destra per una pista di sabbia. Arriviamo presto sulla sella di una altura e….nella cornice del tramonto, ci appare, in tutta la sua suggestione, il cratere con altissime fiamme che illuminano la notte. Questa voragine di fuoco ha un’origine artificiale, e fu creata accidentalmente nel 1971 quando una perforazione petrolifera ha provocato un crollo del terreno circostante e creato una via d’uscita per il gas naturale sottostante, che da allora brucia ininterrottamente. Spettacolo unico e assolutamente da non perdere. Su una strada asfaltata parecchio rovinata proseguiamo verso nord, avvicinandoci sempre di più alla frontiera con il limitrofo Uzbekistan. Arriviamo a Konya Urgench ed iniziamo subito la visita del sito archeologico: è talmente vasto che sarebbe ideale una bicicletta. Proseguiamo per Dashoguz: il paesaggio diventa dolce, campi coltivati percorsi da abbondanti corsi d'acqua: animali bradi e scene di quotidianità si alternano a sconvolgimenti del territorio per lavori pubblici. Entriamo finalmente in Uzbekistan e soprattutto arriviamo a Khiva, una della citta più antiche dell’Asia Centrale fondata attorno al VI secolo. La città vecchia, ancora raccolta all’interno delle possenti mura, ha numerose costruzioni, la maggioranza delle quali risale al XVIII-XIX secolo; sono da segnalare il caratteristico Kalta Minar a forma di bassa ciminiera e l’alto minareto Islam Kodscha, in cima al quale si può salire per una visione d’insieme della città vecchia (Ichan Kala). È piacevole poi scoprire scorci caratteristici perdendosi per le viuzze della cittadella, anche se non molto popolate: la maggior parte degli abitanti è stata infatti trasferita subito fuori delle mura. Lasciamo questo spettacolo storico e, attraverso la regione desertica del Kyzylkum, raggiungiamo la famosissima Bukhara. Visita della città: complesso Ljabichauz, con il più grande chauz (serbatoio d’acqua) di Bukhara, i bazar coperti Taki-Zargaran (orefici), Taki-Sarrafan (cambiamoneta) e Taki-Til’pek-Furusan (venditori di copricapi), le madrase di Ulugh Beg e di Abdalazizkan (poste una di fronte all’altra). Poi il magnifico complesso costituito dalla Moschea Kalyan con il grande minareto Kalyan (47 m) e, di fronte, la madrasa Miri-Arab ora di nuovo in attività. Si chiude con la visita dell’Ark (la cittadella) e dello splendido mausoleo di Ismail Samani. Raggiungiamo poi Machi-Chas, la residenza estiva dell’emiro, 4 km a nord di Bukhara. Proseguiamo in direzione di Samarcanda effettuando una deviazione di circa 100 km a sud per Shakhrisabz, città natale di Tamerlano. In lontananza si profilano i rilievi del Tajikistan verso il confine afghano, il paesaggio è interessante con piccoli villaggi agricoli e aspri rilievi. Visitiamo i resti del grandioso portale di ingresso del palazzo Ak-Saraj di Tamerlano e di altri santuari sparsi nel centro storico, in rifacimento, della città. Raggiungiamo Samarcanda. Mattinata dedicata al Complesso Shar-i-Zindah, cimitero dei timuridi con splendide costruzioni in ottimo stato di conservazione. Ci spostiamo poi, all’osservatorio di Ulugh Beg, posto su una collina a nord della città. Dell’osservatorio resta solo traccia dell’enorme sestante scoperto nel 1908, c’è anche un piccolo museo dedicato a questo sovrano astronomo e scienziato. Pomeriggio a spasso per l’interessante mercato e visita della vicina moschea di Bibi Khanum, imponente costruzione eretta in onore della moglie prediletta di Tamerlano. Visitiamo la grandiosa piazza Registan, con le splendide madrase di Ulugh Beg, Sher-Dor e Tilja-kari, quindi il magnifico mausoleo Gur-e Amir, dove è sepolto Tamerlano: splendida la cupola a coste con maioliche verde-azzurro. La cripta vera e propria, posta sotto la superficie, non è di norma visitabile, si accede solo al pianterreno dove sono riprodotte le tombe del sotterraneo in una sala con magnifiche decorazioni. L'indomani partiamo da Samarcanda per rientrare a Tashkent, una visita della capitale e quindi volo per l'Italia.
view post Posted: 26/6/2020, 14:01     Perché fu costruita la Muraglia Cinese? - Un pò di tutto !!
La Grande Muraglia Cinese con i suoi 8.851 Km (stando alle ultime misurazioni), è una delle più imponenti opere realizzate dall’uomo.La sua costruzione ebbe inizio nel III secolo a.C. per volere dell’imperatore Qin Shi Huangdi, il cui intento, era quello di difendere la Cina dagli attacchi esterni in particolare dal popolo mongolo.

Tuttavia, la Grande Muraglia Cinese non adempì allo scopo tant’è che, nel corso dei secoli, diverse popolazioni riuscirono a penetrare sfruttando i suoi punti più deboli: le porte.
Nel 1987 la Grande Muraglia Cinese è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO mentre, nel 2007, è entrata a far parte delle sette meraviglie del mondo moderne.
view post Posted: 26/6/2020, 14:00     Chi era Minerva? - Un pò di tutto !!
Minerva, (per i greci Atena) figlia di Giove e della sua prima moglie Metide, era la dea romana della guerra, della saggezza, della poesia e della medicina nonché protettrice degli artigiani.La leggenda narra che Giove mangiò Metide appena rimasta incinta poiché gli fu predetto che, se avesse avuto un figlio, questi lo avrebbe superato in potenza e saggezza. Nonostante ciò, quando arrivò il momento del parto, Giove fu preso da una fortissima emicrania e per questo chiese al dio Vulcano di spaccargli in due la testa dalla quale uscì Minerva armata di elmo, scudo e asta.Gli antichi romani praticavano il culto di Minerva sul Campidoglio ma numerosi templi sorgevano anche su altri colli della città come Aventino, Esquilino e Celio.
view post Posted: 26/6/2020, 13:58     Perché la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne è celebrata il 25 Novembre? - Un pò di tutto !!
Istituita dall'ONU nel 1991, la Giornata internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le donne viene tradizionalmente celebrata il 25 novembre di ogni anno.Una data non casuale, quella del 25 novembre: essa fu scelta per ricordare il coraggio e l'impegno delle sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 dal Servizio di informazione militare sotto la dittatura di Trujillo.Un atroce assassinio, quello delle tre sorelle Mirabal, donne oggi considerate rivoluzionarie per l'impegno sociale e politico che costò loro la vita nel contrasto del regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana.
view post Posted: 26/6/2020, 13:57     Cos'è il luddismo? - Un pò di tutto !!
Per Luddismo si intende quel particolare movimento di protesta operaia sviluppatosi verso la fine del XVIII secolo in Inghilterra.Lo sviluppo industriale, la meccanicizzazione del lavoro e i nuovi metodi di produzione, infatti, furono considerati come i motivi scatenanti della crisi economica, della disoccupazione imperante e dell'abbassamento generale dei salari.Obiettivo dei luddisti erano proprio le macchine di produzione, considerate causa oggettiva del sempre più crescente malessere: era contro queste che i luddisti, infatti, sfogavano la propria frustrazione, distruggendole.Pare che il primo atto distruttivo fu a opera di Ned Ludd, dal quale è nato il sopracitato termine "Luddismo": pare che l'operaio, la cui identità appare ancora oggi incerta, si sia scagliato contro un telaio dell'industria in cui lavorava, distruggendolo.
view post Posted: 26/6/2020, 13:56     Quale città ha come Patrono Sant'Ambrogio? - Un pò di tutto !!
Sant’Ambrogio è il Patrono della città di Milano insieme con San Carlo Borromeo e San Galdino. Divenne Vescovo di Milano nel 374 ed è considerato una delle personalità più eminenti della Chiesa cattolica tant’è che è annoverato tra i massimi Dottori della Chiesa insieme a San Girolamo, Sant'Agostino e San Gregorio I Papa.

Sant’Ambrogio, in particolare, è ricordato per alcune fondamentali riforme relative al culto sacro. A lui si deve l’introduzione di canti e inni nella liturgia sacra, elementi che mutuò dal culto orientale.Il culto di Sant’Ambrogio a Milano, da sempre, è molto sentito. Il Santo è ricordato il 7 dicembre di ogni anno (giorno festivo) con cerimonie religiose, eventi, celebrazioni sacre e non. Famoso e storico è il mercatino degli "Oh bej Oh bej" che tutti gli anni viene allestito in occasione della festa.
view post Posted: 26/6/2020, 13:55     Quali papi hanno rinunciato all'ufficio del Romano Pontefice? - Un pò di tutto !!
La storia dello stato Vaticano non manca di rinunce all'ufficio del romano pontefice, tanto che tale rinuncia è stabilita e regolamentata dal Codice di Diritto Canonico.La prima abdicazione pontificia viene fatta risalire a Papa Clemente I, in carica dall'88 al 97 d.C.: arrestato ed esiliato, Clemente I nominò Evaristo suo successore, cosicché i fedeli non rimanessero senza la somma guida pastorale.Uno dei casi più celebri di rinuncia pontificia lo si ritrova in Celestino V, che rinunciò al suo ruolo di guida petrina circa quattro mesi dopo l'incoronazione. L'abdicazione avvenne il 13 dicembre 1294. Chiamato "Il papa del gran rifiuto", si pensa anche che sia proprio Celestino V la persona a cui Dante Alighieri si riferisce con i versi « Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l'ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto», che ritroviamo nel terzo canto dell'Inferno, quando vengono presentati gli Ignavi.Altro famoso caso di rinuncia lo si ritrova in Papa Gregorio XII, 205° Papa della Chiesa Cattolica, in carica fino al 1415. Il periodo di Gregorio XII coincide con il cosiddetto Scisma d'Occidente, ovvero la crisi dell'autorità papale che colpì la Chiesa per circa quarant'anni, dopo lo spostamento della sede apostolica ad Avignone. Fu il Concilio di Costanza a risolvere la questione: un decreto emesso durante il concilio intimava a tutti i contendenti di abdicare qualora non si fosse trovata una soluzione che facesse rientrare la crisi provocata dallo scisma. Nel 1414 erano infatti ben tre i papi regnanti: Benedetto XIII ad Avignone, Gregorio XII a Roma e Giovanni XXIII a Pisa. Dopo che Giovanni XXIII e Benedetto XIII, in carica insieme a Gregorio XII, furono dichiarati antipapi, fu quest'ultimo a dimettersi spontaneamente dall'Ufficio di Romano Pontefice.Dopo Gregorio XII lo Stato Pontificio non ha più registrato abdicazioni e rinunce fino al 2013, quando Papa Benedetto XVI annuncia, in data 11 febbraio, di voler rinunciare all'incarico di sommo pontefice.
view post Posted: 26/6/2020, 13:54     Cos'è il conclave? - Un pò di tutto !!
Il significato di conclave è duplice: con questo termine, infatti, si indica sia la riunione con la quale si elegge un pontefice, sia la sala fisica in cui i cardinali si riuniscono per procedere all'elezione stessa.La parola Conclave deriva dal latino "cum clave", ovvero “(chiuso) con la chiave”. I cardinali designati per l'elezione del nuovo pontefice, infatti, non possono avere alcun contatto con l'esterno durante tutto l'iter elettivo.Per capire, però, perché il conclave si chiami così e perché si svolga nel suddetto modo, bisogna andare molto indietro nel tempo, fino ad un evento accorso nella seconda metà del 1200 a Viterbo, antica sede papale. Era infatti questa la città in cui, spirato l'ultimo pontefice (Clemente IV), si era assistito all'arrivo dei cardinali per l'elezione del nuovo papa. Un'elezione, che, tuttavia, durò moltissimo tempo, dall'1268 all'1271. Disaccordi politici tra i cardinali, infatti, ostacolavano l'elezione del nuovo pontefice tanto che, per evitare pressioni esterne, i cardinali si chiusero nel palazzo papale dove, sotto protezione delle autorità, si adoperarono per eleggere la nuova guida petrina.Passarono ancora parecchi mesi prima che si riuscì a designare un papa, tanto che quello fu il periodo più lungo della storia in cui la sede papale sia mai rimasta vacante.Il nuovo pontefice, Gregorio X, si adoperò affinché la procedura del conclave fosse ufficializzata fino a diventare la norma elettiva, tanto che Innocenzo V, successore di Gregorio X, fu il primo pontefice ad essere eletto proprio in conclave.
view post Posted: 26/6/2020, 13:53     Perché quando viene eletto il papa la fumata è bianca? - Un pò di tutto !!
Fumata nera o fumata bianca? Durante il conclave per l'elezione di un nuovo pontefice le cosiddette fumate coincidono con gli scrutini delle schede sulle quali i cardinali esprimono la propria preferenza il proprio candidato Papa.La fumata nera sta ad indicare che con la votazione non si è raggiunto alcun accordo riguardo il nuovo pontefice, mentre la fumata bianca indica che l'accordo è stato raggiunto e lo stato Vaticano ha eletto il Papa.Il colore della fumata è strettamente legato al modo in cui le schede stesse vengono bruciate in un'apposita stufa, collegata al camino della Cappella Sistina. Il voto dei cardinali, infatti, è segreto: se l'accordo non viene raggiunto, insieme alle schede, gli appunti e i documenti delle votazioni vengono bruciati anche trucioli umidi, così da rendere scura e densa la fumata che esce dal camino della Cappella.

Al contrario, raggiunto l'accordo sul nuovo pontefice, nella stufa vengono bruciate solo le schede scrutinate insieme a paglia umida e ad una particolare sostanza chimica, così da far risultare bianco il fumo, simbolo della nuova elezione papale.
view post Posted: 26/6/2020, 13:52     Come si svolge il conclave? - Un pò di tutto !!
Il giorno dell'inizio del conclave i cardinali celebrano la Messa Pro eligendo Romano Pontefice nella basilica di San Pietro. Dopodiché si recano nella cappella Sistina cantando in coro il Veni Creator.
Nella cappella Sistina, dove sono stati allestiti i banchi per la votazione e la stufa dove verranno bruciati appunti e voti degli elettori, si svolge il giuramento e l'Extra omnes tenuti dal maestro delle cerimonie pontificie.

La procedura vuole che poi si prosegua con il conteggio dei cardinali, ai quali viene consegnato un foglio di carta, come fosse una scheda elettorale, che riporta la scritta Eligo in Summum Pontificem e una riga bianca sulla quale il cardinale scriverà il nome di chi ha intenzione di votare.
Ciascun elettore dovrà, poi, imbucare la propria scheda nell'urna apposita sotto la supervisione dei tre cardinali eletti scrutatori.

Una volta che tutte le schede vengono depositate nell'urna, si procede allo spoglio che prevede le seguenti regole: se il candidato raggiunge la maggioranza dei due terzi viene eletto Papa.
Una volta raggiunta questa maggioranza le schede vengono sigillate e fatte bruciare in una delle apposite stufe, allestite in precedenza.
Da questo momento in poi l'attenzione è da porre sul camino della Sistina che annuncia, in caso di fumata nera, la discordanza fra gli elettori sul nome del nuovo Papa; e in caso di fumata bianca, la presenza di un nuovo Papa.
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