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view post Posted: 2/6/2012, 10:04 by: ROSELLA     +1Siena chiude i conti, è di nuovo finale! - Basket
Montepaschi Siena espugna il PalaSerradamigni di Sassari e chiude 3-0 la serie contro il Banco Sardegna strappando il pass per la sesta finale scudetto consecutiva. Finisce 79-64 per i toscani che hanno dominato dal primo minuto al 40'.

La Montepaschi Siena è la prima finalista dei play-off scudetto della serie A di basket. Si tratta della sesta finale consecutiva per la formazione senese. La squadra campione d'Italia, che aveva vinto le due gare in casa valide per le semifinali, ha battuto anche in gara 3 il Banco di Sardegna Sassari in trasferta con il punteggio di 79-64 in una partita che è stata in lungo e in largo dai ragazzi di Piangiani che solo nel quarto quarto hanno subito il ritorno dei sardi, che però non sono riusciti ad evitare il cappotto.

Siena parte subito molto forte e zittisce l'entusiasmo del pubblico del PalaSerradamigni dove i ragazzi di Meo Sacchetti sono imbattuti da 11 partite consecutive. Trascinata dai canestri McCalebb, autore di 10 punti nel solo primo quarto e top scorer con 21 punti, il Montepaschi vola subito oltre la doppia cifra di vantaggio e chiude il primo parziale sul 23-12. Siena non si accontenta e con la solita pallacanestro da manuale sfiora anche il +20 e va all'intervallo con una dote di 16 punti (28-44).

Nel terzo quarto il Banco Sardegna tira fuori l'orgoglio e con i balzi di Easley (autore di 17 punti e 10 rimbalzi) e i canestri di Travis e Drake Diener prova a riportarsi sotto ma Siena non cede il fianco e alle porte dell'ultimo periodo mantiene i 16 punti di vantaggio. Nell'ultimo quarto la Dinamo prova il tutto per tutto ed arriva fino al -9 con meno di quattro minuti sul cronometro, qui però ci pensa Bootsy Thornton e Nikos Zizis con due triple da urlo a sigillare il trionfo di Siena che ora aspetta l'avversaria in finale. L'attesa potrebbe essere assai breve poiché Milano domani può già chiudere i conti con Pesaro e raggiugnere i ragazzi di Pianigiani nell'ultimo atto.

Eurosport
view post Posted: 1/6/2012, 10:28 by: ROSELLA     +1La settimana di un piccolo elfo - Fiabe e Leggende
La settimana di un piccolo elfo
Nessuno al mondo sa raccontare tante storie come Serralocchi. E come le racconta bene!. Verso sera, quando i bambini sono seduti tranquillamente a tavola o sulla loro seggiolina, Serralocchi arriva. Non lo si ode salire la scala, perché ha le pantofole di velluto; apre adagio, adagio la porta e, appena entrato, butta del latte negli occhi dei bambini con molta delicatezza e nello stesso tempo in tale quantità ch'essi non possano vederlo. Scivola dietro a loro, soffia loro nel collo, cosa che rende la testa pesante,si, ma questo non fa male.
Il piccolo Serralocchi non ha cattive intenzioni, vuole soltanto che i bambini siano buoni, e i bambini lo sono soltanto quando dormono.
Vuole che siano buoni e tranquilli per poter raccontare le sue storie che sono sempre molto belle e divertenti. Quante ne conosce!. Appena i bambini sono addormentati, Serralocchi siede sul loro lettino.
E' molto ben vestito: indossa un abitino di seta di un colore indefinibile, a riflessi verdi, rossi, blu, secondo da che lato lo si guarda. Sotto ogni braccio ha un parapioggia:uno ornato di belle figure, lo apre sulla testa dei bambini buoni, e allora essi sognano tutta la notte bellissime storie; l'altro, lo apre sulla testa dei bambini cattivi, e così essi non sognano nulla.
Serralocchi, per una settimana, andò tutte le sere a trovare un bambino che si chiamava Ialmar; ed ecco le storie che gli raccontò: sette come i giorni della settimana. Se volete potete ascoltarle anche voi e...buon divertimento.

Lunedì.

- Ascolta, - disse Serralocchi la sera, dopo che Ialmar fu coricato - incomincia il mio compito.
In quel momento i fiori nei vasi divennero alberi e distesero i loro rami fin sul tappeto e sulle pareti, in modo che la camera sembrò un boschetto. Tutti i rami erano coperti di fiori, e ogni fiore era più bello di una rosa ed esalava un profumo squisito. Vi erano anche frutti che brillavano come l'oro, e dolci ripieni d'uva. Tutto era meraviglioso, di una bellezza incomparabile. Ma improvvisamente, dal cassetto dove Ialmar teneva i suoi libri, uscirono grandi lamenti.
- Che cosa succede?- domandò Serralocchi.
Corse al tavolo e aprì il cassetto: qualche cosa si moveva disperatamente sull' ardesia di una lavagnetta: era un numero sbagliato nell'operazione. Il gessetto si staccò dallo spago che lo teneva legato come un cagnolino, e cercò di correggere l'operazione, ma non vi riuscì.
Nello stesso tempo, anche dai quaderni di Ialmar si levarono dei lamenti. Era terribile! Dall'alto in basso, su ogni pagina, vi erano grandi lettere che erano servite da modello; vicino ad esse le lettere scritte da Ialmar erano coricate, come se le avessero fatte cadere dalla riga su cui dovevano star ritte.
- Su, - dicevano le lettere modello - state diritte, un po' di dignità!
- Lo vorremmo ben volentieri, - rispondevano le lettere di Ialmar - ma non possiamo, siamo ammalate.
- In questo caso vi daremo una medicina.
- Oh, no! - gridarono le lettere rialzandosi così vivacemente che erano deliziose a vedersi.
- Ora non ho tempo di raccontare storie - disse Serralocchi. - Devo fare gli esercizi di ginnastica a queste poverette. Uno, due! Uno, due!
E fece fare tanta ginnastica alle lettere ch'esse finirono con il prendere una posizione eretta e graziosa come quella delle lettere modello.
- Finalmente! - gridò Ialmar felice.
Allora Serralocchi se ne andò; quando all'indomani Ialmar si svegliò, andò subito a guardarle, ma con grande disappunto le trovò ammalate come prima.

Martedì.

Appena Ialmar fu a letto, Serralocchi toccò con la sua bacchetta incantata i mobili della camera, che incominciarono subito a chiacchierare. Sopra il cassettone era appeso un grande quadro in cornice dorata, che rappresentava un paesaggio. Vi si vedevano vecchi alberi enormi, fiori tra l'erba e un largo fiume che, girando intorno alla foresta, passava davanti a diversi castelli e andava poi a sfociare nel mare agitato.
Serralocchi toccò il quadro con la sua bacchetta magica, e improvvisamente gli uccelli presero a cantare, i rami si mossero e le nuvole si misero a correre.
Allora Serralocchi alzò il piccolo Ialmar fino al quadro e lo posò in mezzo all'erba alta.
Egli corse verso l'acqua e sedette su una barchetta dipinta di rosso e di bianco. Le vele brillavano come l'argento, e una mezza dozzina di cigni, con collane d'oro intorno al collo e una stella azzurra sulla testa, trascinarono la barca davanti alla verde foresta, dove gli alberi raccontavano storie di briganti e i fiori ripetevano le avventure degli elfi e le belle parole che avevano udite dalle farfalle. Bellissimi pesci coperti di scaglie d'oro e d'argento seguivano la barca: di quando in quando facevano rapidi guizzi e l'acqua cantava intorno a loro. Le zanzare danzavano, i maggiolini ronzavano, tutti volevano accompagnare Ialmar e tutti avevamo delle favole da raccontagli.
Era proprio una bella gita! Qua e là si vedevano castelli di vetro e di marmo, le principesse si curvavano ai balconi: erano tutte ragazzine che Ialmar conosceva e con le quali aveva spesso giocato.
Ognuna porgeva al viaggiatore un biscotto a forma di cuore. Ialmar afferrò l'angolo di un cuore, ma la principessa lo teneva così stretto che il biscotto si spezzò, e ne ebbero ognuno un pezzetto, la principessa il più piccolo, Ialmar il più grosso.
A un tratto il bambino passò dalla città in cui abitava la balia che lo aveva tanto amato; ella lo riconobbe, e gli cantò dei versi composti da lei stessa. Ascoltandola, i fiori si dondolavano sul loro esile stelo, i vecchi alberi chinavano la testa, proprio come se il piccolo elfo Serralocchi raccontasse le sue belle storie.

Mercoledì.

Come pioveva! Ialmar udiva la pioggia cadere mentre dormiva. Serralocchi aprì la finestra: fuori tutto era diventato un grande lago, e vicino alla casa era ancorato un bastimento.
- Vuoi venire con me, piccolo Ialmar? - disse Serralocchi. - Potrai arrivare questa notte stessa in paesi stranieri!
A un tratto Ialmar, con il suo vestito della domenica, si trovò sul bastimento; il tempo si rimise al bello, ed essi attraversarono il grande lago. Navigarono a lungo, finché ebbero perso di vista la terra. Improvvisamente scorsero uno stormo di cicogne che lasciavano anch'esse le loro case per andare nei paesi caldi.
Ve n'era una così stanca che le ali non la reggevano più, era l'ultima della fila. Improvvisamente si abbassò con le ali aperte, sfiorò i cordami del bastimento, scivolò lungo le vele e cadde sul ponte. Un mozzo la prese e la mise nel pollaio. La povera cicogna era molto imbarazzata fra quegli animali.
- Com'è grossa! - esclamarono le galline.
Il gallo si gonfiò più che poté e le chiese chi fosse. Le anatre indietreggiarono di qualche passo dicendo con superbia:
- Che roba è questa?
Allora la cicogna disse chi era e parlò dei suoi lunghi viaggi: raccontò dell'Africa ardente, delle piramidi, dello struzzo che, simile a un cavallo selvaggio, corre nel deserto infuocato. Ma le anatre non capirono e si fecero ancora più altezzose.
- Siamo tutti d'accordo nel pensare che è stupida - sentenziarono.
Allora la cicogna tacque e pensò solo alla sua Africa.
- Che zampe! - osservò un tacchino. - Quando le hai pagate al metro?
- Kuan, kuan, kra, kra- fecero le anatre minacciose, ma la cicogna sembrava non accorgersene.
- Perché non ridi con noi?- continuò il tacchino. - La mia domanda non ti sembra spiritosa? Forse è troppo intelligente per te. Come sei ottusa!
Detto questo fece glu, glu, glu, e le anitre fecero kuan, kuan. Come si divertivano! Ma Ialmar andò verso il pollaio, aprì la porta e chiamò la cicogna, che saltò verso di lui per ringraziarlo. Poi aprì le ali e volò verso i paesi caldi. Le galline starnazzarono, e la cresta del gallo si fece rossa come il fuoco.
- Domani faremo un buon pasto, con voi! - disse allora Ialmar, e si svegliò.
Che strano viaggio gli aveva fatto fare quella notte il piccolo elfo Serralocchi!.

Giovedì.

- Ascolta - disse Serralocchi - e non aver paura: ti voglio mostrare un sorcetto.
E gli mostrò una graziosa bestiola che aveva in mano.
- E' venuto per invitarti a un matrimonio: stanotte si sposano due sorcetti: essi abitano sotto la finestra della sala da pranzo e hanno una bellissima casa. Credo che rimarrebbero molto male se tu non accettassi il loro invito.
- Ma come potrò entrare attraverso un buco tanto piccolo?
- Lascia fare a me, ti renderò così sottile che ci passerai - rispose Serralocchi che sapeva il fatto suo.
Toccò Ialmar con una bacchetta incantata, e il bambino incominciò a rimpicciolire, finché fu ridotto alle dimensioni di un dito.
- Prendi ora i vestiti di uno dei tuoi soldatini di piombo: ne troverai certamente uno alto come te. E' bello indossare l'uniforme quando si va a una festa importante.
- E' vero - disse Ialmar; e presto fu vestito come il bel soldatino di piombo.
- E adesso entra nel ditale di tua mamma - intervenne il sorcetto - e io ti trascinerò.
Così, dopo aver attraversato un grande viale illuminato a giorno, arrivarono alla festa di nozze dei sorcetti.
- Non senti che buon odore? - chiese il sorcetto che lo trascinava. - tutto il viale è stato unto di lardo.
Quindi entrarono nella sala. A destra erano raggruppate tutte le signore sorcette, e chiacchieravano tra di loro, come se ognuna si divertisse a prendere in giro la vicina; a sinistra erano riuniti i sorcetti, i quali si accarezzavano i baffi con le zampine. In mezzo alla sala c'erano gli sposi: stavano in piedi su una fetta di formaggio e si guardavano felici.
La sala, come il viale, era stata unta di lardo e l'odore saziava i presenti come un pranzo. La frutta consisteva in un grosso pisello verde su cui un sorcetto aveva inciso coi denti le iniziali degli sposi. La conversazione era varia e divertente. Tutti i sorci dichiararono che non si era mai vista festa di nozze più bella.
Ialmar tornò a casa nel ditale. Era felice d'essere stato invitato da persone tanto distinte, anche se era stato costretto a diventare piccolo, piccolo e a rivestire la divisa di uno dei suoi soldatini di piombo.

Venerdì.

- E' incredibile - disse Serralocchi - quanta gente anziana desideri vedermi! Sono soprattutto le persone cattive. " Carissimo," mi dicono quando non possono dormire " non possiamo chiudere occhio: tutta la notte sfilano davanti a noi le nostre cattive azioni, sotto forma di stregoni che ci lanciano addosso acqua bollente. Se tu venissi a scacciarli e a procurarci un buon sonno! " E aggiungono: " Ti pagheremmo bene, Serralocchi, il denaro è già contato vicino alla finestra".
Ma io non faccio nulla per denaro - concluse il piccolo elfo.
- Allora, questa notte che cosa faremo? - chiese Ialmar.
- Se ne hai voglia, andremo a un'altra festa di nozze, ma molto diversa da quella di ieri sera. Il bambolotto di tua sorella, quello che si chiama Ermanno, si deve sposare con la bambola Berta; inoltre è anche il compleanno della bambola, perciò avranno magnifici regali.
- Ah, so di che cosa si tratta - disse Ialmar. - Tutte le volte che le bambole hanno bisogno di vestiti nuovi, mia sorella dice che è il loro compleanno, oppure che devono sposarsi. E' la centesima volta che questo accade.
- Ebbene, questa sera sarà la centunesima. Guarda un po' da quella parte, ora.
Ialmar volse gli occhi verso il tavolo. La casa di cartone era tutta illuminata; fuori, i soldatini di piombo presentavano le armi. I fidanzatini stavano seduti sul pavimento tutti pensierosi ( e avevano le loro buone ragioni ).
Serralocchi, vestito con l'abito nero della nonna, li sposò. Quando il matrimonio fu celebrato, i mobili della camera cantarono una bella canzone. Poi gli sposi ricevettero i regali, ma rifiutarono gentilmente i cibi, poiché il loro amore bastava a nutrirli.
- Che facciamo, adesso? Cerchiamo una casa per la villeggiatura oppure viaggiamo? - chiese lo sposo.
La bambola Berta non sapeva cosa rispondere. Allora consultarono la rondine, vecchissima viaggiatrice, e una vecchia gallina che aveva covato le uova cinque volte.
La rondine parlò di paesi dove l'aria è sempre mite.
- In quei paesi, però - disse la gallina - non ci sono i buoni cavoli rossi!
- Qui, però, fa sempre cattivo tempo.
- E' un clima che fa bene ai cavoli - riprese la gallina. E continuò con severità: - Colui che trova dei difetti al nostro paese non merita di abitarci.
- La gallina è ragionevole -disse la bambola Berta. - E' meglio andarci a stabilire fuori porta, passeggeremo nel giardino dei cavoli rossi.
E cosi fecero.

Sabato.

- Mi racconti una favola? - chiese Ialmar, appena Serralocchi lo ebbe addormentato.
- Questa sera non ho tempo - rispose il piccolo elfo aprendo sul bambino il suo magnifico parapioggia.
- Guarda un po' questi cinesi. Ti piacerebbe essere vestito come loro?- Ialmar allungò il collo per vedere meglio.
- Si, - rispose - mi piacerebbe soprattutto quel largo cappellone di paglia!
Il parapioggia assomigliava a una grande coppa cinese coperta di alberi blu e di ponti aguzzi formicolanti di cinesi, che continuavano a farsi graziosi inchini.
- Domani è domenica, - continuò Serralocchi - e devo sbrigare parecchi lavoretti. Devo salire sul campanile per vedere se le campane sono ben pulite, perché possano dare un suono gradevole, devo andare nei campi a vedere se il vento ha tolto bene la polvere all'erba e alle foglie, e poi devo andare a prendere le stelle per lucidarle. Le metto nel mio grembiule, ma le devo contare tutte e numerare il buco nel quale sono incastrate. Se non facessi così potrei sbagliarmi nel rimetterle a posto, e allora ci sarebbero troppe stelle cadenti.
Ialmar lo guardava con gli occhioni spalancati per la meraviglia.
- Sentite, caro signor Serralocchi, - disse a un tratto un vecchio, dal ritratto appeso alla parete - sono il bisnonno di Ialmar; vi ringrazio perché gli raccontate tante belle storie, ma non vorrei che lo esaltasse. Com'è possibile staccare le stelle per lucidarle?
- Grazie del consiglio, vecchio bisnonno, - disse Serralocchi - ma non ne avevo bisogno; tu sei il capo della famiglia, è vero, ma io sono più vecchio di te, io sono un vecchio pagano. I Romani e i Greci mi chiamavano il dio dei sogni. Sono sempre stato ricevuto nelle migliori famiglie e lo sono ancora. So benissimo come si devono trattare tanto i grandi quando i piccini. D'altra parte, se ce la fai, racconta tu le favole.
- Ma guarda, ma guarda! - brontolò il vecchio dal ritratto. - Adesso non è neppure più permesso esprimere il proprio parere.
Serralocchi, seccato, chiuse il suo ombrello, e Ialmar si sveglio di colpo.

Domenica.

- Buona sera - disse Serralocchi, entrando pian, piano, nella stanza di Ialmar.
Il bambino lo salutò, poi corse alla parete a voltare il ritratto del bisnonno, perché non si intromettesse più nella conversazione.
- Adesso raccontami una bella storia.
- No, non dobbiamo esagerare con le favole - rispose Serralocchi, e preso in braccio il piccolo Ialmar, lo portò alla finestra dicendo:
- Ora, invece ti presento mio fratello, l'altro Serralocchi. Lo vedi? Ha una bella divisa da ussaro, tutta ricamata d'argento e una cappa di velluto nero che ondeggia dietro di lui. Guarda come viene al galoppo.
Ialmar vide il fratello di Serralocchi portare sul suo cavallo una quantità di persone. Alcune le metteva davanti a sé, altre dietro, e diceva a tutte:
- Aprite i vostri quaderni: voglio vedere se avete meritato buoni voti.
- Buonissimi - rispondevano tutti tenendo ben stretti i loro quaderni.
- Voglio vedere io stesso.
Tutte le persone in groppa furono costrette a mostrare i lo voti. Coloro che avevano bene o benissimo presero posto sul davanti del cavallo e udirono storie meravigliose; coloro che avevano mediocre, o cattivo salirono dietro e dovettero ascoltare storie terrificanti: tremavano e piangevano, volevano saltare giù da cavallo, ma non potevano: una strana forza li costringeva a rimanere dov'erano.
- Tuo fratello - disse Ialmar a Serralocchi - mi sembra magnifico e io non ho paura di lui.
- Hai ragione - rispose il piccolo elfo - ma cerca di avere sempre buoni voti sul tuo quaderno.
- Ecco una cosa molto istruttiva - mormorò il bisnonno dal ritratto - Questa storia è proprio utile francamente è la mia opinione.
E parve soddisfatto.
Questa è la storia del piccolo elfo Serralocchi; e se torna stasera, ti racconterà altre favole. Ma, mi raccomando, sii buono, altrimenti non sognerai nulla!


pinu.it
view post Posted: 1/6/2012, 10:24 by: ROSELLA     +1L'uccello dalle uova d'oro - Fiabe e Leggende
L'uccello dalle uova d'oro
C'era una volta un povero taglialegna sposato e con due figli. L'uomo era veramente povero e per riuscire a sopravvivere era costretto a lavorare duramente ogni giorno.
Tutti i giorni si recava nel bosco, tagliava più legna che poteva e poi la trasportava in spalla fino in città dal negozio del fornaio che, in cambio della legna, gli dava due pani e un po' di denaro.
Un giorno il taglialegna, al lavoro nel bosco come sempre, vide un grazioso e mansueto uccello che si lasciò prendere senza difficoltà. L'uomo pensò allora di portare l'animale ai suoi figli, in modo che questi potessero giocarci e divertirsi.
Prese così la via del ritorno, ma quando arrivò a casa in anticipo, senza pane né soldi, la moglie subito gli chiese cosa fosse accaduto.
L'uomo si limitò a far vedere l'uccello che aveva appena regalato ai figli, ma la moglie, gridò infuriata così forte sino a che lui non tornò nel bosco a finire il suo lavoro. Intanto i bambini, contenti, avevano cominciato a giocare col volatile che, compiaciuto del nido che i due gli avevano fatto con una cassettina, iniziò a cantare armoniosamente.
La mattina dopo i due bambini trovarono nella cassettina un uovo d'oro e subito lo fecero vedere al padre.
L'uomo, comprensibilmente entusiasta, corse subito in città da un ebreo nel bazar degli orafi e glielo vendette ad un buon prezzo. Con il ricavato poté finalmente comprare cibi e indumenti di qualità e, felice, portò tutto a casa.
La mattina seguente i bimbi trovarono un altro uovo d'oro nella cassettina dell'uccello regalato dal padre; anche questa volta il taglialegna andò dall'ebreo e guadagnò parecchi soldi.
La cosa si ripeté per diverso tempo. Continuò a ripetersi per tanto tempo che l'uomo poté acquistare una bella e spaziosa casa, terreni, bestiame, mandare i figli alla scuola coranica e condurre una vita felice e contenta.
Un giorno però disse alla moglie:
"Cara, finalmente ora abbiamo tutto ciò che serve per vivere serenamente. Non ci manca nulla. Tuttavia c'è una cosa che io desidero fare più di qualcos'altro, vale a dire andare in pellegrinaggio alla Mecca, luogo della Grazia. Tu sei provvista di tutto, quindi posso permettermi di assentarmi per un po' di tempo e, se Dio vuole, presto tornerò da te sano e salvo".
Detto questo, salutò la moglie e i figli, ordinò alla schiava più fedele di portare tutti i giorni l'uovo d'oro dall'ebreo e partì per il lungo viaggio fino in Arabia.



Per qualche giorno tutto andò bene, ma poi la moglie fu assalita dalla curiosità e una mattina volle accompagnare la schiava dall'ebreo cui vendeva le uova d'oro.
Appena l'ebreo vide la donna, fu totalmente rapito dalla sua bellezza e anche lui piacque alla donna. Allora l'uomo chiese alla donna da dove provenissero tutte quelle uova che gli portavano in continuazione e lei rispose:
"A casa abbiamo un grazioso uccello che ogni giorno depone uova d'oro".
"Mi piacerebbe proprio vederlo, un simile uccello", disse l'ebreo.
La donna allora lo portò con sé a casa e gli fece vedere l'uccello.
Appena l'uccello vide i due intonò una canzone:
"Chi mangia la mia testa diventerà re, chi mangia il mio cuore diventerà giudice".
Udite queste parole, l'ebreo si fece molto più intraprendente con la donna e le disse:
"Tuo marito è partito per un lungo viaggio. Chissà se tornerà mai. Io ti sposerò!".
La donna acconsentì. Fu allora stabilito il giorno delle nozze e l'ebreo chiese che quell'uccello gli fosse servito per il pranzo. La donna allora, ordinò alla schiava di uccidere la bestiola e cucinarla.
Nel frattempo tornarono da scuola i due figli che si recarono in cucina e vedendo il cibo sul fuoco, si misero a spilluzzicare qualcosa: uno prese la testa, l'altro il cuore, e mangiarono tutti e due.
Quando fu servito l'uccello arrosto, l'ebreo cercò invano la testa e il cuore. Adiratosi moltissimo per non averli trovati, fece allora chiamare la schiava e le chiese:
"Non sei stata attenta all'arrosto? Mancano due pezzetti!".
"Nessuno è entrato in cucina, tranne me e i vostri figli", rispose la schiava.
Allora la madre fece chiamare i figli che subito ammisero di avere spilluzzicato due pezzetti dall'arrosto.
A questo punto, sempre più adirato, l'ebreo pretese che i figli fossero sacrificati per potere così avere ciò che dell'uccello c'era nei loro stomaci.
La donna ubbidì e, chiamata la schiava, le ordinò di portare i figli nel bosco, ucciderli e prendere così dai loro stomaci la testa e il cuore dell'uccello.
Quando essi furono nel bosco, la schiava disse:
"Io non ce la faccio ad uccidervi. Catturate un uccello che assomigli al vostro, e io prenderò il suo cuore e la testa e li porterò a casa!".
I due giovani seguirono subito il consiglio della schiava, si incamminarono lontano e giurarono che non sarebbero mai più tornati indietro.
La schiava portò a casa testa e cuore dell'uccello e li porse all'ebreo che però, furibondo, gridò:
"Non sono loro!"
Allora la donna maledisse la schiava e la cacciò da casa.
La donna e l'ebreo vissero insieme per alcuni anni. Nel frattempo i due ragazzi avevano continuato a vagare sino a giungere nella città più grande del paese, in cui era appena morto il re.
Era però stato sentenziato che "chi per primo attraverserà il mattino seguente la porta per entrare in città, sarà il nuovo re!".
I due ragazzi furono i primi a varcare la porta della città e subito furono presi dalle guardie e condotti al palazzo. Qui vennero presentati all'assemblea e tutti furono contenti dei due bei giovanotti.
Il maggiore fu fatto re e suo fratello minore giudice supremo. I due governarono con piena soddisfazione di tutti gli abitanti. Mai furono trovati un re migliore o un giudice più giusto.
Dopo alcuni anni il padre di quei due ragazzi tornò finalmente dal suo lungo ed estenuante viaggio. Fu però assai triste nel trovare la sua casa abbandonata.
Chiese notizie in giro e venne a sapere che sua moglie era andata a stare in casa di un ebreo. Nessuno invece aveva più visto i suoi due figli. Allora l'uomo si recò davanti alla casa dell'ebreo e fece un gran baccano reclamando la propria moglie.
Questa però prese ad insultarlo e gridò:
"Portate via questo tizio, io non lo conosco. Deve essere impazzito."
Dal momento che l'uomo non voleva quietarsi, l'ebreo fece chiamare le guardie del mercato e fece imprigionare l'uomo che però continuò a gridare ad alta voce che quella donna era sua moglie e non dell'ebreo.
Fu allora condotto davanti al cospetto del giudice. Il giudice però non se la sentì di emettere una sentenza e dispose che i tre fossero condotti davanti al giudice della capitale, il giudice più giusto che esistesse.
I tre furono così condotti davanti al cospetto del re e di suo fratello giudice.
I due fratelli subito riconobbero i loro genitori, ma non dissero nulla.
La donna continuava a lamentarsi, a ripetere che non conosceva quell'uomo e che forse era impazzito se pretendeva che lei fosse sua moglie. Il marito invece continuava a far valere le sue ragioni e a esigere da lei notizie dei suoi figli.
Quando i due figli udirono la madre che giurava così falsamente, furono così sconvolti che non esitarono a raccontare come le cose erano andate veramente.
Abbracciarono quindi il padre e lo presero a vivere con loro.
Quanto alla madre e all'ebreo, li condannarono: i due vennero legati alla coda di due muli e trascinati in lungo e in largo finché non morirono.

pinu.it
view post Posted: 1/6/2012, 10:19 by: ROSELLA     +1La pastorella e lo spazzacamino - Fiabe e Leggende
La pastorella e lo spazzacamino
L'armadio che si trovava nel salotto era antichissimo e molto bello. Tutto scolpito in rilievo, con foglioline e arabeschi, aveva una cornice di rose e di tulipani.
Nel centro invece, c'era la figura di un uomo dall'aspetto stranissimo: aveva le gambe di capra, una testa sormontata da due piccole corna e un viso aguzzo e sogghignante, con una barbetta a punta: I bambini lo avevano soprannominato " Il Gran Generale Comandante in Capo Gamba di Caprone ", titolo forse un po' lungo, ma del quale poche persone sono state insignite fino a oggi.
Sulla mensola che sosteneva il grande specchio abitava da tanto tempo una pastorella di porcellana, graziosissima; aveva le trecce bionde arrotolate sulle orecchie, portava le scarpette verdi, una gonna ornata di un nastro azzurro e sosteneva sulle spalle una graziosa gerla.
Vicino a lei c'era uno spazzacamino pure di porcellana. Sorreggeva con grazia la scala sotto il braccio e il suo visetto era bianco e roseo come un fiore, cosa stranissima, perché, come spazzacamino, gli sarebbe forse stata bene un po' di fuliggine. La pastorella e lo spazzacamino erano là da tanto tempo, perciò avevano incominciato a volersi bene e infine si erano fidanzati. Tutti e due erano giovani e belli, tutti e due di porcellana, tutti e due fragili e leggeri.
Poco lontano da loro c'era un'altra statuetta, tre volte più grande: rappresentava un vecchio cinese e poteva dir di sì e di no tentennando la testa. Affermava di essere il nonno della pastorella, forse perché era di porcellana anche lui; ma la pastorella non ci credeva. Tuttavia il cinese dichiarava di avere autorità sopra di lei e quando il Gran Generale Comandante in Capo Gamba di Caprone gli domandò la mano della fanciulla, dondolò la testa affermativamente.
- Che marito avrai! - disse con entusiasmo alla presunta nipotina. - Che marito! Credo persino che sia di mogano, e tu sarai chiamata la Signora Gran Generale Comandante in Capo Gamba di Caprone. E' anche molto ricco, perché ha tutto l'armadio pieno di argenteria, senza contare ciò che tiene nascosto nei cassetti segreti…
- Ma io non entrerò mai in quell'armadio buio - protestò la pastorella. - Ho sentito dire che vi sono già chiuse dentro undici statuette di porcellana.
- Ebbene, tu sarai la dodicesima - concluse il cinese. - Questa notte, quando tutti i mobili si sveglieranno e incominceranno a scricchiolare, sarà celebrato il matrimonio.
Detto questo, fece ancora di si con la testa, poi si addormentò. La pastorella incominciò a piangere, guardando lo spazzacamino.
- Non voglio sposare quell'uomo dai piedi di capra - singhiozzò. - Dobbiamo scappare di qui. Aiutami, ti prego.
- Farò tutto ciò che vorrai - rispose il piccolo spazzacamino. -Fuggiamo di qui. Io guadagnerò la vita anche per te, col mio mestiere di spazzacamino.
- Purché si riesca a scendere dalla mensola - osservò la pastorella preoccupata.
Lo spazzacamino la rassicurò e andò per primo, mostrandole dove bisognava posare i piedi, sugli angoli intagliati e sulle foglie in rilievo. L'aiutò anche con la scala e in poco tempo raggiunsero il pavimento. Ma quando si volsero verso l'armadio, videro che l'allarme era già stato dato. Il Gran Generale Comandante in Capo Gamba di Caprone fece addirittura un salto, gridando al vecchio cinese:
- Eccoli che fuggono! Fuggono!
La pastorella e lo spazzacamino ebbero una gran paura e, lesti lesti, si nascosero nel cassetto di un piccolo mobile. In quel cassetto c'erano alcuni mazzi di carte incompleti e anche un piccolo teatro di cartone per burattini. In quel momento vi si stava rappresentando una commedia e tutte le dame di quadri, di cuori, di fiori e di picche erano sedute nei primi posti e si facevano vento con dei tulipani. I fanti stavano dietro e avevano una testa in alto e una in basso, come nelle carte da gioco. La commedia rappresentata narrava la storia di due giovani che si volevano bene e non riuscivano a sposarsi, e la pastorella pianse molto perché quella storia assomigliava alla sua. A un certo punto esclamò: - Mi fa troppo soffrire. Io debbo uscire dal cassetto.
Lo spazzacamino l'accompagno subito fuori, ma quando misero piede sul pavimento e guardarono la mensola, videro che il vecchio cinese si agitava violentemente.
- Di sicuro viene a riprenderci - gridò la pastorella spaventata e, per la paura, cadde sulle ginocchia di porcellana.
- Ho un'idea - suggerì lo spazzacamino - Andiamo a nasconderci in quell'anfora che sta nell'angolo. E' piena di fiori, ma noi ci acquatteremo fra le rose e la lavanda e se il cinese verrà, gli getteremo l'acqua negli occhi.
- No, sarebbe inutile - disse la pastorella - So che il cinese e l'anfora sono stati fidanzati molto tempo fa, ma sono rimasti sempre buoni amici. Non ci rimane altra risorsa che fuggire nel vasto mondo.
- Ma tu ne hai davvero il coraggio? - chiese lo spazzacamino - Hai pensato che il mondo è tanto grande e che noi potremmo anche non tornare mai più?
- Ho pensato a tutto.
Lo spazzacamino la guardò a lungo, poi disse:
- Secondo me, la strada migliore è la cappa del camino. Ti senti di scivolare con me nella stufa e di arrampicarti lungo i tubi? Soltanto per questa via potremo giungere al comignolo. Lassù mi sentirò a mio agio, ma prima bisogna salire in alto in alto e arrivare a un buco attraverso il quale usciremo nel mondo.
La pastorella accennò di si, e allora il fidanzato la condusse allo sportello della stufa e lo aperse.
- Dio mio, com'e' buoi! - eclamò lei.
Ma si fece coraggio ed entrò con lui nella stufa. Pian piano risalirono i tubi e giunsero proprio nella cappa del camino.
- Il peggio è passato e tra poco saremo fuori - disse lo spazzacamino - Guarda in alto che magnifica stella!
C'era infatti nel cielo una stella che sembrava indicare la strada ai due fuggitivi: scintillava proprio sulle loro teste; ed essi continuarono ad arrampicarsi coraggiosamente. Era una strada ripida, nera, interminabile; ma lo spazzacamino sosteneva la pastorella e le indicava i punti migliori dove mettere i piedini di porcellana. Così finalmente arrivarono all'orlo del camino e sedettero proprio sul comignolo per riposarsi un po'. Erano davvero molto stanchi. Sopra di loro si stendeva il cielo pieno di stelle e, sotto, i tetti innumerevoli della grande città. Essi guardarono giù, guardarono intorno, tutto il vasto mondo. Come era grande! La povera pastorella non lo aveva immaginato così! Ebbe paura: posò la fronte sulla spalla del compagno e incominciò a piangere.
Lo spazzacamino tentò invano di farle coraggio.
- E' troppo! - singhiozzava - E' troppo grande! E' più grande di quando io possa sopportare. Oh, se fossimo ancora sulla mensola vicina allo specchio! Ti prego, riaccompagnami là! Non sarò contenta finché non ci sarò ritornata. Io ti ho seguito nel vasto mondo, ma adesso devi ricondurmi a casa, se mi vuoi bene.
Lo spazzacamino cercò di calmarla e di farla ragionare; le ricordò il vecchio cinese e il Gran Generale in Capo Gamba di Caprone; ma lei continuava a piangere disperatamente e non restò altro rimedio che accontentarla.
Rientrati nella cappa del camino, incominciarono a scendere con gran fatica, poi si ritrovarono di nuovo nei tubi oscuri. Non era di certo un viaggio di piacere! Infine giunsero nella stufa e si fermarono ad ascoltare dietro lo sportello, per capire che cosa succedeva nella stanza; ma non udirono alcun rumore. Allora cautamente sporsero la testa e guardarono. Ahimè, il vecchio cinese giaceva sul pavimento, rotto in tre pezzi: nel tentativo di inseguirli era caduto dalla mensola. Il busto si trovava distaccato dal resto del corpo, la testa era rotolata in un angolo.
Il Gran Generale Comandante in Capo Gamba di Caprone conservava, invece, l'atteggiamento consueto.
- E' terribile! - disse la pastorella - Il vecchio nonno si è rotto e la colpa è nostra! Oh, non riuscirò mai a sopravvivere a questa disgrazia! - E ricominciò a piangere.
- Si potrà aggiustarlo - la consolò lo spazzacamino - Sì, certamente è possibile. Non disperarti, via: se gli riattacchiamo il busto alla gambe e gli metteremo un buon sostegno nel collo, ritornerà come se fosse nuovo…e potrà dirci ancora una quantità di cose sgradevoli.
- Lo credi? - domandò la pastorella un po' rasserenata.
Così dicendo pian piano uscirono dalla stufa e si arrampicarono di nuovo sulla mensola, vicino al grande specchio.
- Ecco a che punto siamo - commentò lo spazzacamino -Quanta fatica per nulla!
- Oh, se soltanto il vecchio nonno fosse riappiccicato! - disse la pastorella.
Il vecchio nonno, infatti, venne rimesso insieme con po' di colla. Gli fu applicato un sostegno per tener ferma la testa e ritornò come nuovo; ma non poteva più dire di sì o di no .
- Uh, come fate il sostenuto, da quando vi siete rotto - Gli disse il Gran Comandante in Capo Gamba di Caprone - Allora, volete darmi in moglie vostra nipote sì o no?
Lo spazzacamino e la pastorella guardavano ansiosamente il vecchio cinese, ma egli non poteva più piegare il collo e si sarebbe vergognato di confessare che aveva dentro un sostegno. Ma grazie appunto a questo, le due statuine di porcellana poterono mettersi il cuore in pace e vivere tranquille insieme, fino al giorno fatale in cui anch'esse si ruppero.


pinu.it
view post Posted: 1/6/2012, 09:49 by: ROSELLA     +1I Festival musicali scaldano l'estate italiana - Spettacolo e gossip
Tanti gli artisti nel nostro Paese in cartellone: da MIKA ai Duran Duran

Per sconfiggere la crisi la musica parte all'attacco. Estate ricca di Festival con ospiti musicali italiani e internazionali dal jazz (Umbria jazz) al pop raffinato (Summer Festival Lucca), passando per il rock (Heineken Jammin' Festival e Postapay Rock in Roma) e il metal (Gods Of Metal). Gli ospiti attesi come Duran Duran, Norah Jones, Patti Smith, MIKA, Paolo Nutini ma anche gli italiani come Malika, Giorgia e Laura Pausini.

HEINEKEN JAMMIN' FESTIVAL
Per festeggiare il quindicesimo anno di attività l'Heineken Jammin' Festival lascia l'area di Parco San Giuliano di Mestre per approdare in luoghi più sicuri (e al riparo dal maltempo) come Fiera Milano Live a Rho su 60mila metri quadrati di spazio. Al via il 5 luglio con i Red Hot Chili Peppers, il 6 ci saranno i The Prodigy e The Cure chiudono la rassegna il giorno seguente. Nessun italiano previsto in cartellone Informazioni www.heinekenmusic.it

FESTIVAL DI VILLA ARCONATI
Il 26 giugno Paolo Conte apre la 24esima del Festival di Vialla Arconati. Il “Conte” suona per la quinta volta e, dopo otto anni, inaugurerà la stagione 2012 in Villa, con un passaggio del suo tour europeo, unico in Lombardia dal mese di aprile a fine luglio. Gli altri artisti in cartellone sono Afterhours, Notte della Taranta (con Ludovico Einaudi), Erykah Badu, Paolo Nutini, Ben L’oncle soul, Pink Martini, Rodrigo Y Gabriela & C.U.B.A., Patti Smith Informazioni www.festivalarconati.it - numero verde 800.474747

10 GIORNI SUONATI
Annunciati gli ospiti musicali della rassegna organizzata da Barley Arts "10 Giorni Suonati" che si tiene tra giugno e luglio al Castello di Vigevano (PV). Oltre ai già annunciati Lynyrd Skynyrd, Incubus, Wolfmother, Lenny Kravitz e James Morrison ci saranno anche i Garbage, G3 con Satriani, vai e Morse e MIKA. Fra il 13 giugno e il 24 luglio. Informazioni www.barleyarts.com - www.diecigiornisuonati.it

POSTEPAY ROCK IN ROMA
La prima data del tour europeo dei Radiohead, già sold-out (30 giugno), i Cure che celebrano il ventennale del loro album simbolo Wish, i Portishead (27 giugno), i Beach Boys nel primo tour dopo la recente reunion e fra gli italiani Subsonica, Litfiba, Caparezza e Afterhours, sono fra i 27 concerti di Postepay Rock in Roma, all'ippodromo Capannelle dal 7 giugno al 2 agosto - Informazioni www.rockinroma.com

MONZAESTATE 2012
Dal 9 al 25 luglio si terrà Monzaestate 2012. Prima nazionale il 18 luglio di Franco Battiato con la Filarmonica Arturo Toscanini, che quest’anno celebra il decennale della propria costituzione. Ma c'è anche il 12 luglio Gianluca Grignani e il suo “Natura Umana Tour”. Sarà poi la volta di Alessandro Mannarino che arriverà allo Stadio Brianteo il 24 luglio con “Supersantos”. La rassegna si concluderà il 25 luglio con Elio e le Storie Tese Informazioni www.monzaestate.it

SUMMER FESTIVAL LUCCA
Tom Petty & The Heartbreakers, Blink 182, Laura Pausini, Simone Soldati con Matteo Cesca, Norah Jones, Kasabian, Roger Hodgson Supertramp, Gossip, Franco Battiato, Duran Duran, Tony Bennett con Giorgia e Toto. Sono i nomi della quindicesima edizione del Summer Festival di Lucca che inizia il 29 giugno e termina il 28 luglio. Info www.summer-festival.com

HYDROGEN FESTIVAL
Ricco cast artistico all'Hydrogen Festival di Piazzola sul Brenta (Padova) dal 30 giugno al 21 luglio, tra star italiane e internazionali: Sting, Joan Baez, Ben Harper, Alanis Morissette. E ancora, Cranberries, The Cult, Wolfmother, l’unica data italiana di Billy Idol, Franco Battiato e l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, Tiziano ferro e tanti altri. Informazioni www.hydrogenfestival.com


tgcom
view post Posted: 1/6/2012, 09:27 by: ROSELLA     +1Missione lunare - Astronomia
Missione lunare
Offerto da : URANIA



Sarà la prima sonda europea con obiettivo Luna. E sarà anche la prima della serie SMART, missioni a basso costo destinate soprattutto a collaudare nuove tecnologie da utilizzare poi in programmi più importanti. Si chiamerà quindi SMART-1 e la sua partenza è programmata all'inizio del 2003.

Per raggiungere la Luna le ci vorranno, però, più di 15 mesi. Infatti SMART-1 utilizzerà un nuovo propulsore elettrico che, sfruttando l'energia fornita dai suoi pannelli solari, potrà disporre di una potenza molto limitata. Orbiterà quindi intorno alla Terra a distanze via via maggiori percorrendo una traiettoria a spirale fino ad essere catturata dal campo gravitazionale lunare.

Ma cosa c'è da scoprire sulla Luna, trent'anni dopo le missioni Apollo della Nasa? Non sappiamo ancora come il nostro satellite si sia formato e che ruolo abbia avuto nell'evoluzione della Terra. E poi, vicino al polo Sud lunare, ci sono dei crateri nei quali non arriva mai la luce del Sole che sembrano nascondere piccole quantità di ghiaccio. La sua presenza è quasi certa e SMART-1, volandoci sopra per prima, potrebbe finalmente darci la conferma definitiva.

Enrico Girardi

universonline
view post Posted: 1/6/2012, 09:25 by: ROSELLA     +1Il prezzo da pagare - Disturbi nelle comunicazioni radio - Astronomia
Il prezzo da pagare - Disturbi nelle comunicazioni radio
Offerto da : URANIA


Disturbi nelle comunicazioni radio, guasti ai satelliti o alle linee elettriche. A causarli sono le tempeste magnetiche che ogni tanto interessano il nostro pianeta. Colpa delle particelle del vento solare, che investono la Terra a velocità di 400 Km al secondo e vengono bloccate dal campo magnetico terrestre. Così almeno si pensava. Ora però si scopre che la Terra non ha soltanto un ruolo passivo: parte degli ioni che generano le tempeste magnetiche provengono proprio dalla sua atmosfera.

Lo dimostrano le osservazioni del satellite IMAGE della Nasa. Normalmente le particelle provenienti dal Sole si mettono in rotazione attorno alla Terra, deviate dal suo campo magnetico, ad oltre 1000 Km di altezza. Ma durante una tempesta solare l'intensità del vento aumenta e l'urto violento strappa tonnellate di gas alla ionosfera terrestre. La maggior parte viene persa nello spazio, il resto rimane intrappolato in una nube attorno al pianeta, insieme alle particelle del vento solare.

Tutto questo gas ionizzato ruota a 4.000 Km al secondo, forzato a seguire le linee del campo magnetico come un'auto segue la strada. La rotazione produce fortissime correnti elettriche, che riversano nell'alta atmosfera un'energia immensa. Ed ecco spiegate le cosiddette "tempeste geomagnetiche" che causano interferenze e guasti ai satelliti. Ma se non fosse per questo scudo di gas fornito dalla ionosfera, che assorbe la loro enorme energia, le tempeste solari riscalderebbero gli strati più bassi dell'atmosfera, con conseguenze ancora peggiori per il nostro pianeta.

Melania Brolis

universonline
view post Posted: 1/6/2012, 09:18 by: ROSELLA     +1Il labirinto iniziatico - Curiosità varie della terra, ambiente e natura
Il labirinto iniziatico

In molte cattedrali è possibile scorgere sulle lastre che formano il pavimento o su qualche parete, la raffigurazione di un labirinto, anche se di solito è diverso da cattedrale a cattedrale ha lo stesso identico scopo in ognuna di esse.

Tale raffigurazione viene chiamato "il Labirinto di Salomone", si pone come il percorso iniziatico che deve compiere chi vuole conoscere i segreti delle cattedrali, il procedimento della Grande Opera (in caso si interpreti le cattedrali come simboli alchemici), o più in generale la verità.

Da molti è stato fatto notare come in realtà i labirinti non siano però percorsi a senso unico, per cui per arrivare al centro-conoscenza bisogna si evitare i muri ciechi e i trabocchetti disseminati sul cammino, ma è anche vero che una volta raggiunta la meta bisogna ripercorrere il labirinto all'indietro, alla rovescia, per uscirne.

Molti dei labirinti più famosi sono stati distrutti e smantellati da ladri (infatti molti labirinti erano creati con lastre d'oro o d'argento), per cui oggi ce ne sono rimaste solo le descrizioni. E' questo il caso del labirinto di Amiens, rappresentato da una sbarra ed un semicerchio d'oro, che rappresentava la levata del sole all'orizzonte, e di quello di Chartres, una serie di cerchi concentrici che si ripiegano l'uno sull'altro, formando un infinita varietà di combinazioni, al centro della quale era rappresentato il duello di Teseo con il Minotauro, argomento che rimandava subito alla mente l'immagine di un altro labirinto leggendario, quello di Creta.


universonline
view post Posted: 1/6/2012, 09:16 by: ROSELLA     +1Stonehenge in Sardegna ? - Curiosità varie della terra, ambiente e natura
Stonehenge in Sardegna ?

Complesso Megalitico di Stonehenge GB: i menhir dell’impianto della fase II sono simili quelli individuati in Sardegna

Il computer svela il funzionamento dei complessi megalitici di menhir di epoca pre-nuragica impiantati nella costa della Sardegna sud orientale.

Nella piccola vallata delimitata ad EST dalla spiaggia di Costa Rei, a Nord da Capo Ferrato e a Sud Ovest dai monti di Castiadas e di San Priamo, sono ubicati monumenti archeologici di notevole interesse scientifico, che contribuiscono validamente alla ricostruzione degli usi delle culture che in epoca preistorica abitarono la Sardegna.

Dall'analisi di questi monumenti, strettamente connessi al megalitismo dell'Europa Occidentale ed alla "civiltà nuragica", scaturiscono nuove interessanti ipotesi.

Si è arrivati a questa conclusione dopo un'attenta valutazione e comparazione delle strutture megalitiche di vario tipo esistenti nella costa Sud Orientale della Sardegna e nei monti circostanti, con altri complessi megalitici costituiti da menhir disposti in aggregati, in allineamenti ed in circoli, sostanzialmente analoghi ubicati in Inghilterra.

I più interessanti di tali monumenti esistenti in Sardegna, ancora negli impianti originali, sono i complessi megalitici, costituiti da aggregati ed allineamenti di menhir, che probabilmente hanno avuto funzione di templi relativi ad antichi culti Druidici astronomico-religiosi applicati anche all'agricoltura, come è avvenuto di consueto nelle culture megalitiche similari e coeve del continente europeo.

Di questi complessi megalitici ne sono stati fino ad oggi localizzati nella zona 16: due sono particolarmente significativi ed ancora in buone condizioni di conservazione.

I più importanti, sia per stato di conservazione che per numero dei menhir sono ubicati in località "Nuraghe Is Calas" e "Cuili Piras", nella zona di Oliaspeciosa (Comune di Muravera - CA) : sono stati tutelati dalla Soprintendenza Archeologia delle Province di Cagliari e Oristano, mediante notifica, con decreto del 23.11.1977, del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali.

Motivazione della notifica inerente il complesso megalitico ubicato in località "Cuili Piras":

"Situazione: In località "Cuili Piras" insiste un complesso di età preistorica, con successiva frequentazione storica, il quale costituisce un documento archeologico singolare, in connessione con contenuti astronomici e culturali tipici di una società agro pastorale, quale quella nuragica".

L'impianto megalitico di "Nuraghe is Calas" è stato vincolato con analoga motivazione.

Il complesso megalitico di "Cuili Piras", che racchiude una logica astronomica di notevole efficacia, è stato messo in opera in una valle di piccole dimensioni delimitata da creste rocciose, al cui centro, profondamente infissi nel terreno (solitamente per almeno cm.100) sono visibili 40 elementi monolitici di granito, di forma essenzialmente quadrangolare, aventi le dimensioni frequenti di cm.30 di spessore, cm. 60 di larghezza e cm. 110/170 di altezza, disposti in aggregati ed allineamenti ancora nella posizione originaria.

Nel loro insieme, i menhir posti vicendevolmente in correlazione forniscono degli allineamenti e delle distanze angolari rispetto al Nord astronomico, tali da rendere utilizzabile il complesso come una bussola goniometrica, rudimentale, ma di grande efficacia. All'epoca era l'unica soluzione tecnica con cui si potesse determinare, mettendo in correlazione posizioni originate dal sorgere del Sole e della Luna e gli allineamenti originati dai menhir, l'inizio dei cicli stagionali e soprattutto le eclissi solari e lunari.

Anticamente veniva osservato soprattutto il sorgere "iliaco" degli astri, ed il momento in cui il Sole o la Luna sorgevano e tramontavano, mettendoli in correlazione con la configurazione dell'orizzonte o con i punti fissati nel terreno in modo permanente che i menhir indicavano.

Nella parte centrale del complesso megalitico, i menhir sono delimitati, idealmente, da una circonferenza di m. 66 circa raggio m. 10,50 circa. Dividendo la circonferenza per 40, tanti sono i settori angolari di 10° nella suddivisione centesimale dell'angolo giro, osserviamo che il risultato è di 1.60,che espresso in metri rappresenta il modulo con cui è stato messo in opera l'intero complesso. Infatti ogni menhir dista da un altro m. 1.60, quindi 10°, oppure una distanza metrica od angolare esattamente multipla di m. 1.60 o di 10°.

Inoltre, a seconda degli allineamenti considerati è possibile dividere un settore angolare di 100°, in altri settori angolari di 10° ; 5°; 1° centesimale.

Alcuni allineamenti indicano con grande precisione il Nord astronomico ed i rimanenti punti cardinali. Il 2 Dicembre 1979, giorno del Solstizio d'Inverno, si è messo in correlazione, con un teodolite, il Sole alle 12.22 momento culminante del passaggio sul meridiano locale, con l'allineamento indicante il Nord astronomico: il risultato è stato sorprendente, lo scarto è irrisorio (probabilmente dovuto allo spostamento dell'asse terrestre per il noto fenomeno della precessione degli equinozi).

Il "sorgere iliaco" indica il momento in cui un astro sorge e subito dopo scompare poiché è reso invisibile dal sorgere del sole.

E' quindi plausibile che con questi precisi parametri fosse tecnicamente possibile effettuare studi di una certa precisione di determinati astri, probabilmente soprattutto del Sole e della Luna, e sullo spostamento che questi apparentemente effettuano nella volta celeste col mutare delle stagioni, e trarre quindi indicazioni aventi carattere cultuale e materiale, quale la determinazione di periodi stagionali per fini agricoli e/o pastorali.

Attualmente sono in corso le elaborazioni degli input estrapolati, tendenti a verificare la validità delle ipotesi proposte, ricostruire le modalità tecniche di funzionamento del sistema di menhir e decifrare la logica con cui vennero poste in opera le diverse decine di monoliti che costituiscono i due complessi megalitici più importanti.

Per ottenere un risultato scientificamente valido è stato necessario creare un archivio, in un supporti magnetici in cui sono state registrate sequenzialmente tutte le posizioni espresse in gradi, rispetto a Nord, che il Sole e la Luna hanno determinato nel sorgere e del tramontare nella zona, alla latitudine di 39°, durante tutti i giorni dell'anno 1979. Tali posizioni sono stati calcolati dall'Astronomo Angelo Poma, Direttore della Stazione Astronomica di Latitudine di Poggio dei Pini (Cagliari).

Questi dati sono stati messi in correlazione, mediante una procedura applicativa informatizzata appositamente predisposta dallo scrivente, con una tabella (DBF), in cui sono state riportate tutte le possibilità di allineamento realizzabili traguardando vicendevolmente da un menhir verso tutti gli altri. I dati inerenti questa tabella sono stati ricavati mediante l'utilizzo di funzioni APL che hanno creato, dati i parametri di base, in tempi reali e con estrema precisione le distanze angolari e metriche che intercorrono tra un menhir e tutti gli altri.

Il programma Wazsol legge un record del "file" sequenziale "Tabazimut__Sole" ed effettua una scansione tabellare alla ricerca di un orientamento analogo originato dall'allineamento di due o più menhir. Se lo trova stampa una riga nella lista di segnalazione e continua nella ricerca tabellare, altrimenti lascia una riga in bianco ed effettua, partendo dal primo elemento, una seconda scansione tabellare, alla ricerca di un allineamento da mettere in correlazione con il tramontare del Sole, le modalità della stampa sono analoghe a quelle, precedentemente descritte, inerenti il sorgere del Sole.

Anche se viene trovata una correlazione tra azimut dei menhir e azimut del Sole, il programma continua la ricerca nella tabella riportando sulla lista tutti gli allineamenti che per quel giorno dell'anno riesce a mettere in correlazione col sorgere ed il tramonto del Sole fino alla fine della scansione tabellare. Quindi viene letto un altro record, del file "azimut Sole" indicante dei nuovi orientamenti del Sole ed il ciclo continua fino a quando il programma al 31 Dicembre legge l'ultimo record. Per mettere in correlazione gli azimut dei menhir con quelli della Luna, si è seguito un procedimento analogo.

I risultati delle elaborazioni confermano la reale possibilità, insita nel complesso megalitico di "Cuili Piras", di poter utilizzare gli aggregati di menhir mediante osservazioni visive, presumibilmente effettuate mediante l'uso di rudimentali diotre, realizzate eseguendo uno o due fori in un pezzo di terra cotta, quale regolo astronomico di notevole precisione. Le liste derivanti dalle elaborazioni evidenziano la correlazione esistente tra gli allineamenti dei menhir e gli azimut che il Sole e la Luna determinano nel sorgere o nel tramontare nella zona.

Nella tabella sono sintetizzati alcuni elementi astronomici significativi, quali i solstizi, gli equinozi, l'inizio dell'anno astronomico ed i noviluni, che hanno trovato correlazione con allineamenti di menhir esistenti in loco infissi nel terreno nella posizione ortostatica originaria.

I due complessi megalitici descritti, sono da considerarsi come parte integrante, la più interessante, di un reale contesto archeologico di vasta entità, composto da decine di costruzioni megalitiche, numerose tombe del tipo "a corridoio", di "giganti" ed "ipogeiche", ed decine di costruzioni eseguite con tecnica megalitica tipologicamente definibili "proto nuraghe" e numerose altre del tipo delle costruzioni della cultura Torreana della vicina Corsica.

La tipica costruzione megalitica, che nella Sardegna Sud Orientale è sovrabbondante, ne sono state rilevate un centinaio, pur essendo costituita da elementi litici poliedrici di grossa pezzatura, messe in opera a secco e pur avendo pianta circolare, presenta un minimo spessore murario e di contro un elevato diametro interno della stanza, tale da non rendere realizzabile la, chiusura mediante pseudo-cupola: è immediatamente intuibile che non abbia raffronti, salvo il fatto di essere ubicata in Sardegna e costruita con conci posti in opera "a secco", con le costruzioni tronco coniche che realizzano la chiusura mediante la pseudo cupola.

In località "Cuili Piras", dove è ubicato il più interessante dei templi megalitici astronomici finora localizzati, è visibile, appoggiato sulla pendice dell'attiguo "Monte Crobu", un tipico esempio di costruzione megalitica non aggettante e che non poteva realizzare la chiusura mediante la pseudocupola. In questo caso si tratta di un monumento di pianta semicircolare, messo in opera con conci poliedrici di grossa pezzatura ed ingresso di notevoli dimensioni, il cui ingrasso é orientato a Nord; poco distanti sono ubicate tre tombe "a corridoio" e due tombe "di giganti".

Concludendo, dopo aver sinteticamente tracciato un quadro generale della zona, si hanno fondati elementi per ritenere che le strutture megalitiche, atipiche, non attribuibili alla civiltà nuragica, costituite da aggregati di menhir utilizzati per effettuare culti astronomici e agricoli, siano opera di una cultura di estrazione megalitica che in epoca pre nuragica, partendo dal Nord Europa, forse dall'Inghilterra, attraverso la Spagna, le Baleari e la Corsica, giunse in Sardegna e si attestò nella costa Sud Orientale, nell'area geografica dell'Isola denominata "Sarrabus" sviluppandosi ulteriormente realizzando propri ed originali orizzonti culturali.

Si potrebbe quindi attribuire la costruzione dei due complessi megalitici descritti e delle costruzioni non aggettanti, ad una frangia di quella cultura megalitica che in Inghilterra, forse nel III millennio a.C. edificò le strutture centrali, le più antiche, del grande tempio astronomico megalitico di Stonehenge con cui le strutture di recente scoperte in Sardegna, di cui si è data descrizione, fino ad oggi uniche, trovano evidente raffronto.

Se così fosse, gli elementi deducibili dall'analisi di questo nuovo contesto archeologico megalitico, indicherebbe in modo significativo, che la civiltà Nuragica che costituisce la naturale e più recente evoluzione, oggi relegata ad una entità pastorale e guerriera (che non vinse ne combatté mai guerre) dalle origini fino alla fine, quindi priva di concettualità, in effetti abbia ricevuto l'impronta, sviluppandola secondo proprie direttrici, da una precedente cultura notevolmente progredita, dedita allo studio degli astri ed alla ricerca di sempre più perfezionate tecniche di costruzione di monumenti megalitici da adibire a luogo di culto.

In questa costruzione é chiaramente visibile la chiusura a pseudo-cupola che caratterizza un edificio, di forma tronco conica, che possa essere definito "nuraghe": è rilevabile la raffinatezza della tecnica di esecuzione realizzata mediante l'utilizzo di conci posti in opera senza leganti, basandosi solo sulla forza di gravità e di un accurato calcolo delle proporzioni dei conci e dei filari murari.

Il "nuraghe", a prescindere da insoddisfacenti e contraditorie definizioni linguistiche identifica un particolare tipo di costruzione megalitica, avente determinati ed imprescindibili requisiti architettonici. Il più importante dei quali è la costituzione di uno spazio interno, di pianta circolare mediante graduale chiusura delle pareti interne che restringendosi gradatamente dal basso verso l'alto determinano la pseudo-cupola: di fatto, anche secondo le stesse modalità architettoniche riportate nella letteratura nuragica attualmente più accreditata, esiste un Nuraghe solo se esiste una pseudo-cupola. Ad eccezione dei cosi detti "nuraghi a corridoio" che sono conosciuti in numero molto esiguo rispetto alle migliaia di costruzioni eseguite con tecnica muraria megalitica esistenti nel territorio della Sardegna.


Strutturalmente questo complesso megalitico di "N.ghe Soro" documenta una fase architettonica intermedia collocabile tra il protonuraghe e la costruzione che chiudeva mediante la pseudo-cupola oggi denominata "Nuraghe". Questa costruzione non realizza tale tipo di chiusura: presenta spessori murari molto ridotti in rapporto al grande diametro della camera e, inoltre, la tecnica di esecuzione è totalmente diversa, sia per dimensione dei conci murari sia per la posizione in opera dei filari murari, rispetto a quella caratteristica delle costruzioni effettivamente "nuragiche").

L'apparizione della costruzione nuragica aggettante che realizza la chiusura mediante la pseudo-cupola, il così detto "Nuraghe", non fu che la conseguenza di un perfezionamento delle preesistenti costruzioni circolari non aggettanti aventi probabilmente finalità cultuale, ed in alcuni casi di controllo e difesa del territorio, successivamente perfezionata anche dal sopraggiungere di nuovi apporti culturali dei "popoli del mare", gli Shardana, e culminante, dopo secoli di esperienze architettoniche, soprattutto per necessità militari, nelle sofisticate ma inadeguate fortezze nuragiche di Losa, Barumini, Santu Antine ecc.. Ancora oggi, le costruzioni megalitiche che caratterizzano il paesaggio della Sardegna, essendo semplicisticamente tutte definite "Nuraghi", non tenendo conto delle loro reali caratteristiche architettoniche, vengono erroneamente attribuite alla così detta "civiltà nuragica", generando una grande confusione.



L'articolo è stato gentilmente offerto da Roberto Ledda, libero ricercatore, Ispettore Onorario per l'Archeologia della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano.

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view post Posted: 1/6/2012, 09:13 by: ROSELLA     +1Le emissioni gassose dell'oracolo di Delfi facevano entrare in trance l'anziana sacerdotessa - Curiosità varie della terra, ambiente e natura
Le emissioni gassose dell'oracolo di Delfi facevano entrare in trance l'anziana sacerdotessa

L'oracolo di Delfi fu, nell'antica Grecia, un luogo sacro dove gli uomini ascoltavano le parole degli Dei. Il mezzo attraverso cui l'oracolo comunicava con gli uomini era Pizia, l'anziana sacerdotessa che, cadendo in un profondo stato di trance, proferiva occulte profezie su guerre, raccolti e altre questioni vitali per il tempo. Secondo Plutarco (che per un certo periodo fu grande sacerdote in quel tempio) a altri insigni uomini dell'epoca, lo stato di trance di Pizia era indotto per mezzo delle emanazioni gassose, Ma dopo che, circa un secolo fa, gli archeologi francesi non trovarono tracce dei famosi vapori, questa spiegazione venne scartata.

Oggi un nuovo studio rivela che i gas in questione potrebbero invece essere stati piuttosto reali, dopo tutto. Basandosi sulle asserzioni degli antichi, secondo cui il gas fuoriusciva da delle fenditure nel terreno, J. Z. de Boer dell'Università di Wesleyan e i suoi colleghi hanno individuato numerosi difetti geologici che corrispondono alla descrizione. Gli scienziati gli idrocarburi provenienti dal pavimento in calcare bituminoso sono stati la causa più probabile delle trance di Pizia. Infatti i ricercatori hanno trovato tracce di etano, metano ed etilene nella sorgente d'acqua in prossimità dell'oracolo. L'etilene, utilizzato in passato come anestetico, è in grado di produrre effetti euforici simili a quelli descritti da Plutarco.

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view post Posted: 1/6/2012, 08:40 by: ROSELLA     +1Malattie cardiache, 30 minuti di sesso per prevenirle - Sessuologia e Psicologia
Malattie cardiache, 30 minuti di sesso per prevenirle

30 minuti di sesso al giorno aiutano a tenere in forma il nostro cuore. Questo è il messaggio, un po' provocatorio, di una nuova campagna pubblicitaria, 30 a day, della British Heart Foundation. Gli esperti spiegano che l'effettuare semplici attività per almeno mezz'ora al giorno, cinque giorni a settimana, è la migliore cura per prevenire le malattie che interessano il cuore.

Per la campagna pubblicitaria sono stati realizzati una serie di poster ironici in cui diverse attività fisiche sono state combinate insieme. In uno dei poster viene ritratto un uomo di mezza età nudo che abbraccia una coetanea in costume da bagno e cuffietta da piscina affiancato a due parole, fai sesso e nuota, che invitano le persone a trovare almeno trenta minuti al giorno per praticare delle attività fisiche semplici ma allo stesso tempo molto importanti per la salute e la prevenzione di determinate malattie. In altri due poster vengono invece ritratti un uomo che lava l'auto usando il proprio cagnolino come spugna affiancato dalle parole lava la tua macchina e vai a spasso con il tuo cane, e un uomo che in una piscina si tiene a un falcia erba come se stesse facendo sci nautico.

L'associazione contro le malattie cardiovascolari indirizza il messaggio in particolar modo verso gli over 50, una fascia d'età maggiormente interessata dalle patologie che colpiscono il cuore e, rispetto ai più giovani, più restii ad andare in palestra o effettuare altre attività sportive. Mike Knapton della British Heart Foundation, evidenzia che secondo una recente ricerca in Gran Bretagna ogni 15 minuti una persona muore proprio per mancanza di attività fisica. L'esperto spiega che questi decessi potrebbero essere evitati con soli trenta minuti di attività fisica al giorno.

Knapton fa notare che siamo tutti bravi a trovare scuse, ma alla fine sta alla persona scegliere di cambiare e di diventare più attiva. Osservando i dati di un'indagine è emerso che circa un terzo degli intervistati dice di non fare esercizio per mancanza di tempo, ma ben i tre quarti di loro afferma di scegliere un'attività sedentaria appena ha tempo libero.

Attraverso questa campagna la British Heart Foundation vuole far capire che per prevenire determinate malattia e restare in forma non serve per forza andare in palestra o praticare qualche sport, nell'arco della giornata i trenta minuti di esercizi possono essere fati praticando diverse attività che rientrano nella nostra quotidianità.

Altri benefici dell'attività sessuale

Non è la prima volta che l'attività sessuale viene affiancata a dei benefici per la salute, ci sono studi che hanno dimostrato che fare sesso stimola nelle donne il rilascio di un ormone chiamato ossitocina, migliorando l'umore e diminuendo lo stress accumulato durante la giornata. Anche negli uomini sono stati riscontrati degli effetti benefici come ad esempio il rinforzamento di ossa, muscoli e del sistema immunitario.

Un altro beneficio riscontrato per le donne riguarda il rilascio di estrogeni durante l'attività sessuale, esso ha infatti un effetto benefico sulla pelle e sui capelli. Fare sesso combatte anche il dolore grazie all'ossitocina. E' stato dimostrato che quando i livelli di ossitocina aumentano scompaiono i mal di testa, e i dolori più generalizzati. Tornando ai benefici per gli uomini, alcuni studi hanno ipotizzato che una frequente attività sessuale potrebbe avere dei benefici nel prevenire l'insorgenza del tumore alla prostata.

Non bisogna poi dimenticarsi che alcuni ricercatori hanno dimostrato che il sesso aiuta anche a contrastare i processi d'invecchiamento. I vantaggi dati da un'attività sessuale regolare sono numerosi, certi già convalidati da numerosi studi, altri ancora da confermare, ma sicuramente, se non ci sono particolari controindicazioni legate alla propria salute, l'attività sessuale fa bene.

Quante calorie si bruciano in un rapporto sessuale attivo ?

Alcuni si potrebbero chiedere quante calorie si perdono durante un rapporto sessuale, sicuramente dipende dal tipo di attività e dalla durata, mediamente si perdono circa 200 calorie. Poi bisogna considerare le calorie perse durante i preliminari che, per una durata di circa venti minuti, si aggirano intorno alle 87 per lei e 107 per lui.



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view post Posted: 1/6/2012, 08:39 by: ROSELLA     +1Contraccezione femminile, campagna informativa - Sessuologia e Psicologia
Contraccezione femminile, campagna informativa

La contraccezione è un aspetto molto importante della sfera sessuale; capita però troppo spesso che i giovani, ma non solo, presentino numerose lacune su questo argomento. Fondazione Donna, un ente autonomo senza scopo di lucro, in collaborazione con la Società Italiana della Contraccezione (SIC), istituzioni, associazioni ed enti locali, supportati dai farmacisti che hanno aderito all'iniziativa, hanno realizzato una campagna di informazione e sensibilizzazione sulla contraccezione. La manifestazione, partita il 1°giugno (2007), è stata riproposta per la seconda volta visto il successo della prima edizione.

Le farmacie che hanno aderito all'iniziativa sono oltre 400, purtroppo non coprono l'intero territorio italiano ma sono dislocate in 10 città: Mantova, Perugia, Catania, Pisa, Latina, Bari, Genova, Salerno, Treviso, Verona. Presso di esse sarà possibile chiedere informazioni e ritirare gratuitamente l'opuscolo "Il piacere è conoscersi. Che bello essere donna!". Le persone che non si trovano in una delle città raggiunte dall'iniziativa possono comunque consultare il sito realizzato per l'evento "Il piacere è conoscersi".

Fondazione Donna spiega che con il titolo "Io donna. Il piacere è conoscersi" viene sintetizzato appieno lo spirito dell'iniziativa. L'obiettivo è quello di dare una risposta ai numerosi interrogativi dei giovani e delle donne in materia di contraccezione e sessualità, inoltre, si vuole diffondere la cultura della contraccezione come scelta consapevole. Attraverso la contraccezione si può vivere più "naturalmente" la sessualità, non solo perché consente di decidere quando avere un figlio evitando così possibili gravidanze non desiderate, ma perché da la possibilità di affrontare la vita sessuale più serenamente, senza dubbi o timori, migliorando il rapporto con il proprio corpo e l'intesa con il partner.

La campagna prevede anche dei corsi di aggiornamento, tenuti da ginecologi esperti, rivolti ai farmacisti che aderiranno all'iniziativa, lo scopo sarà quello di approfondire le conoscenze nel campo della contraccezione di oggi.

L'uso di metodi contraccettivi è ancora molto limitato nel nostro paese, quasi il 40 per cento delle donne si affida ancora esclusivamente al coito interrotto, mentre, 8 donne su 100, affermano di non aver mai fatto uso di un metodo contraccettivo, situazioni che nel 10 per cento dei casi portano a ricorrere a rimedi d'emergenza come la "pillola del giorno dopo" (indagine SIGO 2006). Dalle statistiche emerge inoltre che il 45 per cento delle gravidanze italiane non sono pianificate, una percentuale abbastanza alta se si pensa che nel resto dell'Europa la percentuale di donne a rischio di una gravidanza indesiderata è del 6,5 per cento (indagine realizzata da TNSNipo 2005).

Alla luce di questi dati risulta di fondamentale importanza fornire informazioni chiare ed esaurienti in particolar modo sulla contraccezione ormonale che attualmente offre la maggiore percentuale di efficacia e sicurezza (oltre il 99 per cento). Oggi, se si parla di contraccezione ormonale, non ci si riferisce solo alla classica pillola, ma anche al cerotto e all'anello contraccettivo.


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view post Posted: 1/6/2012, 08:32 by: ROSELLA     +1Il terremoto e l'autogol di Marchionne - Sala da thè
Nell’Emilia terremotata di Crevalcore pure la Fiat diventa la maceria dell’industria italiana, della Topolino e della r moscia dell’Avvocato Agnelli che era segno di alterità, ma pur sempre di rispetto per l’operaio. Ci voleva la sciagura della terra, il crepaccio che si apre e squarcia i capannoni, quei parallelepipedi di cemento, per scoprire che pure il sisma è il pretesto della dismissione. È nella piazza di questo paesino emiliano che ancora scava, dove la Magneti Marelli controllata dalla Fiat, ieri mattina aveva annunciato di spostare temporaneamente la produzione a Bari a causa dell’incertezza sismica, che si svela il volto dell’imprenditore italiano, del manager cinico con il maglioncino che di fronte alla polvere pensa a riconvertire piuttosto che a ricostruire.

Nell’accampamento dell’emergenza al terremoto si è aggiunta la battaglia del pane, la marcia, il picchetto di fabbrica, la tuta blu che nel crollo cerca ancora un’identità e che in quel pezzo d’Italia è stato il lavoro, il sindacato rosso, la musica emiliana di Guccini, le forme di formaggio come simbolo dell’Artusi, della cucina e del ragù. È giunto così pure Maurizio Landini a Crevalcore, questa volta a suo posto, a scongiurare quella che Marchionne ha sempre difeso vale a dire la mobilità degli investimenti, ma che in questa Italia disperata e attendata è simile alla diserzione di Caporetto. Marchionne come Diaz, il generale che se ne va. Due linee quindi che la Magneti aveva dato già per spostati a Bari, in quel Sud che ancora cerca il mostro di Mesagne, tranne fare marcia indietro in tarda serata e confutare quanto riferito di mattina dopo la protesta dei terremotati.

Tanto è bastato per fare del momento di solidarietà nazionale che l’Italia riscopre ed esibisce quasi con un eccesso di vouyerismo, l’ennesima marcia per il lavoro che poi è figlia della marcia dei quarantamila, il vanto di Cesare Romiti, la fine dell’egemonia rossa in fabbrica. E non serve il video, i droni, altra iperbole del dramma, per vedere la faccia di Roberto, Sandrina che lasciano le pentole da campo, i mestoli e corrono a perdifiato a salvare un rudere, la pietra su cui ricominciare. Pure il Pd è arrivato e non si sa quanto in ritardo in questi altipiani che sembrano aver cambiato fede che in Emilia è ideologia da sempre, da quando Alessandro Mussolini, fabbro e padre del socialista Benito, girava ad aizzare le popolazioni allo sciopero e infatti quella è la terra di Olmo, contadino di Bertolucci e del faccione di Depardieu di Novecento e rimane la zona rossa nell’olografia italiana.

Le auto quindi con le coperte stese sui sedili, i tappetini sporchi – nonostante la Magneti Marelli, vale ripeterlo ha smentito – sono gli ossi di seppia dell’industria. Nessuno in Emilia, a Crevalcore, questa Crevalcore spaventata e intimorita che si precipita dietro ai cancelli, quei cancelli che lo scrittore Paolo Volponi osservava come fossero le gretole del carcere, avrebbe potuto immaginare che la fabbrica sarebbe divenuta la pena da difendere. «Intollerabile» è per Landini, «sempre la stessa è la Fiat» secondo Giordano Fiorani, segretario della Fiom bolognese, in realtà è tutta la grande industria italiana che nel terremoto restituisce il volto feroce perché anche la prudenza è un eccesso nello scoramento e annunciare lo spostamento della produzione in questa terra che trema è stato il motto di cattivo gusto, l’avviso al malato. Si ferma a Crevalcore il Cristo di Levi, la tromba di Marx, si ferma l’Italia quell’Italia che negli anni sessanta sognava di liberare l’uomo dal lavoro e che adesso è dietro le fabbriche a proteggere l’alienazione, a proteggere il padrone. E con lui anche l'ultima ragione di sussistenza: il lavoro.


PANORAMA
view post Posted: 1/6/2012, 08:24 by: ROSELLA     +1Il passpartout dei tecnici: aumentare la benzina - Sala da thè
C'era bisogno della cattedra alla Bocconi per trovare sempre, di fronte alle emergenze, il solito, banale, ritocco delle accise?

Bisogna pagare gli interessi sui titoli in scadenza? Aumentiamo la benzina. C’è l’alluvione in Liguria? Aumentiamo la benzina. Il terremoto mette in ginocchio l’Emilia? Aumentiamo la benzina. Bravi, complimenti. I tecnici hanno sempre una soluzione. Ma una sola, sempre la stessa. La domanda è: c’era bisogno di avere la cattedra alla Bocconi, o anche solo una laurea, per escogitare ogni volta una soluzione così banale come l’aumento delle accise sul carburante? Tanto banale da apparire stupida. Una soluzione che per di più è la madre di tutte le misure recessive. Facile riempirsi la bocca della parola “crescita”, quando poi si fa una politica contraria e a crescere sono solo tasse e carburanti. Il pieno più caro appesantisce tutta la filiera, aggrava l’incidenza dei costi di trasporto, fa lievitare i prezzi dei beni al consumo. Deprime l’economia.

Se la tecnica non serve a esaltare la fantasia delle soluzioni, che tecnica è? Il governo Monti non è capace di tirar fuori dal suo cilindro di competenze nient’altro che il solito coniglio, a ogni estrazione sempre più grigio e più spelacchiato. Un coniglio che si chiama accise più alte. Prima 5 centesimi per i liguri alluvionati. Ora 2 centesimi per tutti gli italiani, per rastrellare 500 milioni di euro (e non basteranno) con cui ridare ossigeno all’Emilia ferita. Un rincaro che probabilmente non eviterà l’aumento dell’IVA al 23 per cento, anzi offrirà al governo la giustificazione per applicarlo.

Azzardiamo una riflessione che sentiamo aleggiare nell’aria. Ai tempi del terremoto dell’Aquila più devastante in termini di costi umani e rovine fisiche, anche se con un’incidenza economicamente inferiore per via del tessuto industriale dell’Emilia rispetto all’Abruzzo, l’allora presidente del Consiglio andò sul posto fin dall’inizio e poi per settimane e mesi. Con i risultati che sappiamo. Non una passerella ma un impegno concreto, che portò calore umano e soluzioni innovative di protezione civile, per non parlare del trasloco del G8 a L’Aquila. Il premier attuale, invece, ha fatto solo un’apparizione in Emilia. Nel frattempo il doppio terremoto ha più che raddoppiato le vittime. La gente dell’Emilia si organizza da sé, grazie alla sua forza d’animo e di braccia. Le tendopoli se le compra e monta da sola. In tv chiede serietà, non carità.

E il governo come risponde? A parte l’azione di una protezione civile che per mille ragioni non ha la rapidità e efficacia di quella di Bertolaso, aumenta la benzina. C’è da pianificare il salvataggio del polo biomedico di Mirandola e far uscire al più presto dal tunnel una delle aree strategicamente produttive del paese. Qualcuno ha spiegato come? Più che un medico, Monti sembra un guaritore che applica sempre lo stesso nauseante placebo. Qualcuno rimpiange Arnaldo Forlani, premier ai tempi del sisma in Friuli, che cancellò la parata militare del 2 giugno mentre oggi a decidere di mantenerla è il capo dello Stato. C’è chi rimpiange la politica. Quanto a Monti, è troppo impegnato a fare vertici con i suoi omologhi eletti, esternare sull’abolizione del calcio per tre anni, visitare la Comunità di Sant’Egidio (del ministro Riccardi) con siparietti da nonno che stridono col suo cinismo da tecnico. A esercitare attraverso il ministro Passera una “moral suasion” (tradotto: inutile e impotente opera di convincimento) sui petrolieri perché riducano i margini industriali. La risposta è il silenzio, tranne la IP che denuncia il calo di vendite dovuto ai passati aumenti delle accise da parte del governo. Insomma: l’esecutivo dia l’esempio.
Il pieno sarà più caro, fuori media rispetto all’Europa, e la competitività dell’Italia diminuirà ulteriormente. Mentre non si vede all’orizzonte uno straccio di vera liberalizzazione e la spending review, la ricognizione degli sprechi del baraccone pubblico, è una barzelletta. Ma non c’è problema. La prossima volta si potrà aumentare la benzina.


panorama
view post Posted: 1/6/2012, 07:30 by: ROSELLA     +1Gillan: “La Williams ha sprecato un’occasione” - F1
La scuderia di Grove è rammaricata per il potenziale inespresso a Monaco

Con la penalizzazione di Maldonado la vettura inglese a Montecarlo ha sprecato l'occasione di chiudere tra i primi cinque

La Williams torna a casa dal Gran Premio di Monaco con sentimenti contrastanti: a Grove si ha la sensazione di aver buttato al vento la possibilità di conquistare a Monaco punti pesantissimi in ottica Campionato Costruttori e spera di rifarsi a< Montreal.

Dopo la vittoria di Pastor Maldonado in Spagna, si attendeva il bis sulle strade del Principato e il ritmo della FW34 avrebbe consentito un risultato nei primi cinque, sostiene Mark Gillan, ingegnere capo delle operazioni in pista della scuderia inglese. “La vettura era abbastanza competitiva a Monaco, avremmo potuto lottare per la quarta o la quinta posizione in qualifica e il nostro passo di gara era analogo, per cui è deludente che non siamo venuto via da questo evento con un bottino decente di punti. E’ un peccato, le Supersoft hanno funzionato abbastanza bene sia in termini di ritmo e durata, le gomme erano capaci di consentire una sosta di una ed era stato probabilmente la strategia predefinita per la maggior parte delle scuderie. Purtroppo il weekend di Pastor è stato compromesso dalla penalizzazione in griglia, a seguito di una collisione con Sergio Perez nella FP3. Penso che l’incidente fosse evitabile e che la pena sia quindi comprensibile”, ha spiegato Gillan.

La Williams dunque non è contenta della bravata di Maldonado, che ha tolto alla scuderia britannica punti che erano fondamentali nel processo di risalita verso i top team. Nello stesso tempo Bruno Senna ha dato segni di miglioramento, ma non pare ancora all’altezza del venezuelano. “Bruno è stato molto onesto e dopo le qualifiche ammesso che avrebbe potuto fare meglio e ha spinto forte per tutta la gara ma alla fine è stato rallentato da Kimi Raikkonen”, ha insistito Gillan. “Continueremo a lavorare duramente con Bruno nel simulatore e in pista per aiutarlo a massimizzare le prestazioni dei pneumatici. La squadra sta cercando ora di andare a Montreal con fiducia in quanto riteniamo che dovremmo essere di nuovo forti, ma abbiamo bisogno di fornire sia in qualifica che in gara una prestazione convincente. Montreal è di solito una gara movimentata, con soste multiple, grande usura dei freni e con la possibilità di una safety car, quindi cercheremo di giocarcela con questi imprevisti”, ha concluso il tecnico della Williams.

Lorena Bianchi

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