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view post Posted: 28/5/2012, 09:36 by: ROSELLA     +1La tv in camera fa diminuire il desiderio - Sessuologia e Psicologia
La TV in camera da letto fa diminuire il desiderio sessuale nelle coppie. Questa è la conclusione di uno studio che ha analizzato il legame che c'è fra il "consumo" di televisione e il numero di rapporti nelle coppie.

Dai dati è emerso che le coppie che non hanno la televisione in camera hanno un numero di rapporti sessuali doppi rispetto alle altre coppie, in media due volte a settimana contro una delle altre coppie che guardano la tv prima di dormire.

Questo fenomeno colpisce numerose coppie italiane, ben 6 milioni, che regolarmente guardano la televisione almeno un'ora a notte. Non tutti i programmi però sono uguali, i sessuologi sconsigliano in particolar modo film violenti e programmi ad alto tasso di rissosità. Sembrano invece non portare particolar problemi programmi come Porta a Porta che accompagnano verso il sonno oltre una coppia su due almeno una volta alla settimana.

La ricerca che ha analizzato questo spaccato della vita sessuale degli italiani è stato promosso dall'associazione "Donne e qualità della vita" e dalla sua presidentessa e sessuologa Serenella Salomoni. Durante la ricerca sono stati esaminati in modo specifico numerosi aspetti che mettevano in relazione la televisione con la vita sessuale di 523 coppie.

Nella coppia, chi risente maggiormente del calo della libido in queste situazioni sono gli uomini, 57% dei casi contro un calo nel 42% dei casi delle donne. Anche l'età svolge però un ruolo importante nel calo del desiderio sessuale, nella fascia over 55 il numero di rapporti mensili si riducono a 1,5 di media per chi guarda la TV contro i quasi 7 di chi non ha la televisione in camera.

Nelle copie più giovani che vanno dai 20 ai 30 anni, con la tv in camera c'è una media di rapporti mensili intorno ai 6 contro gli 11 dei casi di non presenza della tv. Gli specialisti tengono comunque a precisare che non sempre la colpa è da attribuire alla TV accesa in camera ma questa svolge comunque un ruolo non indifferente nella totalità delle situazioni esaminate.

Oltre a limitare i rapporti di coppia, guardare la televisione mentre si è a letto fa diminuire il tempo di conversazione nelle coppie, 2/3 minuti contro una media di 15 dei dialoghi di chi ha la televisione spenta.

Dallo studio sono emersi anche i programmi che in proporzione interferiscono maggiormente sul rapporto di coppia. Trasmissioni come Porta a Porta, a parte puntate particolarmente movimentare, ha un effetto inibitorio solo sul 3% delle coppie. Alcuni programmi poi agiscono in modo differente sui sessi, i film violenti ad esempio tendono a inibire il 47% dei maschi mentre i film horror hanno effetti negativi sul 46% delle donne.

Al contrario invece, inchieste giornalistiche che hanno a che vedere con il mondo della pornografia, prostituzione, lo scambismo, ecc. hanno un effetto opposto soprattutto negli uomini.



universonline
view post Posted: 28/5/2012, 09:31 by: ROSELLA     +1Sedurre con la risata ! - Sessuologia e Psicologia
Sedurre con la risata !

Che la simpatia potesse essere una carta da giocare nella seduzione era già risaputo. Alcuni scienziati non volevano però limitarsi a un semplice dato di fatto, per questo motivo hanno approfondire il fenomeno attraverso uno studio.

Due psicologi, Eric Bressler, del Westfield State College situato nel Massachusetts negli USA, e Sigal Balshine, dell'università McMaster di Hamilton in Canada, hanno condotto alcuni studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature.

Come c'era da aspettarsi i risultati hanno confermato che le donne prediligono gli uomini che le sanno far anche ridere, la simpatia è quindi un'arma in più che da la possibilità di sedurre una donna. Diversa è invece la situazione opposto, gli uomini non sono particolarmente attratti dalle donne simpatiche e sono più inclini a considerare esclusivamente l'aspetto estetico. Anzi, molte volte con la parola "simpatica" indicano in maniera educata una donna che non gli piace. E' invece emerso che gli uomini prediligono le donne che ridono alle loro battute.

La ricerca è stata condotta nel seguente modo: ad un campione eterogeneo di 200 studenti sono state mostrate una serie di foto del sesso opposto, le immagini a volte erano associate a delle frasi divertenti in altri casi invece l'immagine puntava a suscitare una reazione attraverso un espressione del soggetto della foto. Attraverso il test si è evidenziato che mentre gli uomini non si facevano condizionare dalle frasi, le donne catalogavano le foto dove il soggetto poteva essere considerato più spiritoso come potenziale partner.

Secondo i ricercatori c'è una spiegazione a questo comportamento nella scelta, si ipotizza sia il risultato di una strategia evolutiva. Le donne privilegiano gli uomini più divertenti perché la simpatia rivelerebbe un cervello sano e vitale, più aperto agli stimoli e maggiormente in grado di relazionarsi con il prossimo.

Bisogna considerare che lo studio è stato svolto con un campione limitato e circoscritto a una precisa area geografica, un'analisi del comportamento di persone appartenenti a una cultura diversa potrebbero rivelare aspetti diversi. La ricerca è comunque un primo passo nell'analisi scientifica di questo aspetto che sembrerebbe dare alle persone "simpatiche" un'arma di seduzione in più.


universonline
view post Posted: 28/5/2012, 09:25 by: ROSELLA     +1Cinque strumenti per gestire (e proteggere) le vostre password - Sala da thè
Arriverà il giorno in cui i tuoi account e i tuoi dati personali saranno accessibili solo attraverso lo scan della retina, delle impronte digitali o del profilo vocale, probabilmente prima di quanto pensi. Nel frattempo, però, ti tocca continuare ad affidare ogni byte della tua cloud ai caratteri alfanumerici di una o più password. E conviene stare attenti al tipo di password che si sceglie, perché nonstante tutti i progressi compiuti in fatto di cybersicurezza, una password debole è un tappeto di vellulto spiegato a favore di chiunque voglia appropriarsi di dati personali (come ad esempio quelli della tua carta di credito).


Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, numerose aziende e corporazioni utilizzano frequentemente password debolissime, basti pensare che la più diffusa è al momento “Password1”, seguita da altre geniali combinazioni del calibro di “12345678” e “Administrator1”. Per massimizzare la sicurezza dei propri dati, gli esperti consigliano non solo di scegliere password complesse e di difficile intuizione, ma anche di selezionarne una per ogni singolo servizio web utilizzato. Così facendo, si evita il rischio che, una volta che la tua password fosse individuata, possa essere utilizzata per violare anche il resto dei tuoi account.

Se già vi state preoccupando di dover imparare a memoria decine di intricate stringhe di caratteri, state sereni. In Rete si trovano decine di strumenti studiati appositamente per la gestione delle password. Ne abbiamo individuati cinque fra i migliori.

1. Password Chameleon
La maggior parte dei password management tool si articola come una sorta di registro in cui elencare tutti i tuoi account e le relative password, che a sua volta è protetto da una unica password. Password Chameleon invece funziona in maniera diversa: ti chiede di selezionare (e ricordare) una singola password per accedere al servizio, solo che invece di tenere traccia delle altre tue password le genera automaticamente a partire dal nome del sito a cui fa riferimento l’account con la tua password selezionata all’inizio. Le password generate da PC a partire dalla tua password iniziale sono le stesse per ogni servizio e non sono generate a partire da un algoritmo SHA-1.

2. LastPass
Spesso, però, hai anche bisogno di ricordare un nome utente, soprattutto quando ti sei abituato a contrabbandare la tua memoria con i comodi cookie del tuo browser. LastPass ti fornisce uno spazio in cui stoccare e organizzare username, password ed eventuali annotazioni, da qualunque dei tuoi dispositivi connessi. LastPass cifra tutte queste informazioni localmente sul tuo PC, in modo che anche se qualcuno riesce a soffiarti la password madre di accesso, non sarà in grado di accedere ai tuoi dati.




3. Sticky Password
Sticky Password è un buon strumento che consente di mettere in sicurezza un numero limitato di password collegate a un numero illimitato di account utente. Nella versione gratuitamente scaricabile presenta funzionalità di compilazione automatica dei form per il sign-up e una versione per l’utilizzo da chiavetta USB. Nella versione a pagamento fornisce un’applicazione per iPhone e la possibilità di sbloccare il database utilizzando un dispositivo mobile con bluetooth.

4. RoboForm
RoboForm invece punta sulla semplicità di utilizzo. Una volta installato, questo tool ti consente di salvare e cifrare username e password nel momento stesso in cui questi vengono selezionati, in fase di creazione dell’account. Volendo, è possibile chiedere a RoboForm di creare delle password sicure per ogni servizio e di ricordarle. In questo modo, sarà possibile accedere ai vari account con un solo click.




5. Password Director
È uno degli strumenti più completi attualmente disponibili. Meno facile da utilizzare rispetto a un LastPass o a un RoboForm, Password Director è particolarmente indicato per chi deve gestire un alto numero di password, analizzare la sicurezza di quelle esistenti, registrarne di nuove e creare un database trasferibile contenente informazioni di diversa natura come, numero di carta di credito, codici PIN etc. C’è inoltre la possibilità di inserire password con una tastiera a schermo per evitare possibili incursioni da parte di keylogger.



panorama
view post Posted: 28/5/2012, 09:16 by: ROSELLA     +1Calcioscommesse: 19 arresti all’alba, indagato Antonio Conte - Sala da thè
Un vero e proprio terremoto. La tanto temuta seconda fase dell’inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse è scattata all’alba e lo scenario è a dir poco apocalittico. 19 le persone che sono state arrestate. Tra questi l’ex capitano della Lazio, Stefano Mauri, l’ex giocatore del Genoa Omar Milanetto, Cristian Bertani, attaccante della Sampdoria, ex Novara; Paolo Acerbis, portiere del Vicenza; Alessandro Pellicori, ex attaccante del Torino; Marco Turati, difensore del Modena; Matteo Gritti, portiere dei romeni del Petrolul Ploiesti; Ivan Tisci, ex centrocampista e ora direttore sportivo. E’ stato chiesto anche l’arresto del bergamasco Vittorio Gatti, autotrasportatore, amico di Filippo Carobbio e di altri calciatori, e di cinque persone che farebbero parte della “cellula” ungherese dell’organizzazione criminale dedita al taroccamento delle partite in Italia: il capo Zoltan Kenesei, Matyas Lazar, Laszlo Schultz, Istvan Borgulya e Laszlo Strasser.

L’accusa per tutti gli arrestati è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa sportiva.

Ma ci sono anche indagati “eccellenti”. Primo tra tutti l’allenatore della Juventus Campione d’Italia Antonio Conte, all’epoca dei fatti contestatigli allenatore del Siena; la sua casa sarebbe oggetto proprio in queste ore di una perquisizione delle forze dell’ordine. Gli uomini della Polizia Giudiziaria però sono arrivati persino nel ritiro della Nazionale a Coverciano per controlli nella stanza di Mimmo Criscito, l’ex terzino del Genoa ora in forza allo Zenit di San Pietroburgo.

Ci sarebbero pesantissimi indizi verso altri due calciatori del Genoa, Sculli e Kaladze per i quali i pm avrebbero chiesto addirittura gli arresti, negati però dal Gip Guido Salvini.
Tra le partite al centro dell’inchiesta Lazio-Genoa (finita 4-2), Lecce-Lazio (2-4) e Novara-Siena (2-2).

Perquisita la casa dell’attaccante del Chievo, Sergio Pellissier, a cui sarebbero state sequestrati il computer ed alcune chiavette usb.

Contro tutte le persone coinvolte nell’inchiesta ci sarebbero intercettazioni telefoniche che dimostrarebbero i contatti con la cosiddetta “banda degli ungheresi” che gestiva tutta la rete internazionale del calcioscommesse e che avrebbe preso il posto della banda degli zingari smantellata dopo la prima fase degli arresti di un anno fa.



panorama
view post Posted: 27/5/2012, 10:21 by: ROSELLA     +1Il pavone (16 novembre - 13 dicembre) - Astrologia
Il pavone (16 novembre - 13 dicembre)
Tradizione
Secondo i Maya le brillanti piume della coda dell’animale indicavano l’attitudine a risplendere di luce propria. Associavano il segno all’immagine di un re che passeggia glorioso con un ventaglio di piume multicolore.

Carattere
Molto fiduciosi nelle proprie capacità, i Pavone sono persone originali e creative e hanno uno straordinario senso dell’umorismo. Sanno essere competitivi e desiderano sempre migliorarsi. Estroversi, carismatici, sono nati per brillare, almeno così credono. Amano essere i protagonisti in ogni situazione e guai a rubargli la scena!

La donna
La nata del Pavone ama abbigliarsi in modo esotico o comunque insolito e spesso anche il suo comportamento è originale. Non si concede facilmente all’amore perché vuole accanto un uomo che sia alla sua altezza ma che, nello stesso tempo, non la metta in ombra. Insomma, vuole un uomo forte, ma disposto a lasciarsi guidare da lei. Il che, naturalmente, è quasi impossibile da realizzare.

L'uomo
L’uomo Pavone è un leader nato, dotato di intelligenza e di carisma quanto basta per avere presa sugli altri. Talvolta è troppo fiducioso dei propri mezzi e rischia di sottovalutare persone e situazioni. In amore è piuttosto esigente e cerca una compagna che sappia seguirlo in tutte le sue imprese avventurose, ma che sappia sempre sorprenderlo per creatività e autonomia.

Il lavoro
I nati sotto il segno del Pavone amano dare ordini, perciò cercheranno sempre di finire ai posti di comando, qualunque attività svolgano. Sono capaci di costruirsi grandi fortune, per poi dilapidarle e ricominciare da zero. Riescono bene nelle mansioni che richiedono capacità di comunicazione e di persuasione. Sono ottimi venditori.

Affinità
I nati sotto il segno del Pavone sono dotati di una naturale socievolezza che li fa andare d’accordo con tutti. Gli accordi più profondi, tuttavia, vengono intrecciati con i nati sotto il segno del Giaguaro e del Pipistrello. Buoni rapporti anche con la Tartaruga.

Punto debole
L’eccessivo ottimismo può indurli a vedere soltanto l’aspetto piacevole delle situazioni e a non prepararsi alle difficoltà della vita.

Fiore o pianta
Avocado

Pietra
Topazio

Uccello protettore
Fagiano dorato

Elemento celeste alleato
Antares

Colore dell'aura
Rosso-arancio

Il suo numero fortunato
5

oroscopo maya
view post Posted: 27/5/2012, 10:18 by: ROSELLA     +1Il cervo (21 settembre - 18 ottobre) - Astrologia
Il cervo (21 settembre - 18 ottobre)
Tradizione
I sacerdoti Maya attribuivano ai nati sotto questo segno un'innata gentilezza e la capacità di mettersi nei panni degli altri. Il cervo era considerato un animale dotato di poteri magici.

Carattere
Sono persone piuttosto timide, dotate di creatività e amanti degli spazi aperti. Prediligono la pace e la tranquillità ed evitano ogni genere di conflitto. Sono provvisti di immaginazione e di un innato senso del bello. Spesso sono creature fragili e suggestionabili, sempre dotate di un grande fascino che le fa sembrare belle anche se non lo sono.

La donna
La donna Cervo è fornita di una naturale eleganza che la fa apparire inappuntabile anche quando si è appena alzata dal letto. Ha una natura fortemente romantica e mette al centro della sua vita l’amore, che insegue spesso finendo con l’idealizzare eccessivamente le persone o le situazioni, con il rischio di subire delle delusioni.

L'uomo
L’uomo Cervo ama molto la sua libertà e ha un sacro terrore dei legami per timore di dover soffrire. Sensibilissimo, è anche pieno di dubbi, specialmente in amore. Sono persone che hanno molto da dare sul piano affettivo, ma difficilmente riescono ad accontentarsi di una sola compagna, cosicché il rischio di infedeltà è molto alto.

Il lavoro
Una dote del Cervo è la creatività, spesso abbinata al talento artistico. E’ possibile quindi che i nati del segno si indirizzino verso professioni legate in qualche modo al mondo dell’arte o dello spettacolo.

Affinità
I nati sotto il segno del Cervo realizzano il massimo dell'affinità con i nati sotto il segno del Serpente con i quali si intendono molto bene su tutti i piani. Ottimi rapporti di amicizia vengono intrecciati con i nati sotto il segno della Scimmia e della Tartaruga.

Punto debole
La paura. Le situazioni difficili o pericolose li spaventano e li inducono a rinunciare a qualsiasi tentativo di lotta.

Fiore o pianta
Ceiba messicana

Pietra
Occhio di gatto

Uccello protettore
Usignolo

Elemento celeste alleato
Orsa Maggiore

Colore dell'aura
Arancio-giallo

Il suo numero fortunato
3




oroscopo maya
view post Posted: 27/5/2012, 10:14 by: ROSELLA     +1Mignolina - Fiabe e Leggende
Mignolina
C'era una volta una donna che desiderava molto avere una bambina, ma non sapeva come ottenerla; così un giorno andò da una vecchia strega e le disse:
«Desidero dal profondo del cuore avere una bambina, mi vuoi dire come posso fare per averla?».
«Sì, posso aiutarti» disse la strega. «Questo è un granello d'orzo, ma non è di quelli che crescono nei campi del contadino e neppure di quelli che mangiano i polli; mettilo in un vaso e vedrai cosa succederà!»
«Grazie molte» replicò la donna, e diede alla strega dodici centesimi; poi andò a casa, piantò il granello d'orzo e subito crebbe un bel fiore grande, sembrava un tulipano, ma i petali restavano chiusi come fosse ancora una gemma.
«È proprio un bel fiore!» disse la donna, e baciò i petali rossi e gialli, ma mentre lei lo baciava, il fiore, con uno scoppio, si aprì. Era proprio un tulipano, ora lo si poteva vedere, ma in mezzo al fiore, sul pistillo verde, c'era una bambina piccolissima, delicata e graziosa; non era più grande di un mignolo e perciò venne chiamata Mignolina.
Come culla ebbe un bel guscio di noce laccato, petali di viola azzurra erano il suo materasso e un petalo di rosa la coperta così dormiva di notte, ma di giorno giocava sul tavolo, dove la donna aveva messo un piatto pieno d'acqua con tutt'intorno una corona di fiori, coi gambi immersi nell'acqua. Lì galleggiava un grande tulipano e Mignolina vi navigava da un lato all'altro del piatto; per remare usava due peli di cavallo. Era così graziosa; sapeva anche cantare, e così bene non si era mai sentito prima.
Una notte, mentre dormiva nel suo lettino, entrò un brutto rospo femmina saltando dalla finestra, che aveva un vetro rotto. Il rospo era sporco, grande e bagnato e saltò proprio sul tavolo, dove Mignolina dormiva sotto il petalo di rosa rossa.
"Sarebbe un'ottima moglie per mio figlio" pensò il rospo; prese il guscio di noce in cui Mignolina dormiva e saltò attraverso il vetro giù nel giardino.
Passava di li un grande e ampio torrente, ma nel punto più largo era pieno di pantano e fango; proprio lì abitava il rospo con suo figlio. Uh! anche lui era sporco e brutto, assomigliava tutto a sua madre: «Koax, koax, brekke-ke-kex!» fu tutto quel che disse vedendo la graziosa bambina nel guscio di noce.
«Non parlare così forte, altrimenti si sveglia!» disse la vecchia «e potrebbe anche andarsene da noi, dato che è leggera come una piuma di cigno! potremmo metterla nel torrente su una grande foglia di ninfea; per lei che è così leggera e piccola, sarà come un'isola! così non potrà andarsene via mentre noi prepariamo la sala sotto il fango dove dovrete andare a abitare!»



Nel torrente crescevano moltissime ninfee con le larghe foglie verdi che sembrava galleggiassero sull'acqua; la foglia più lontana di tutte era anche la più grande, e lì nuotò il vecchio rospo e depose il guscio della noce con Mignolina.
La poverina si svegliò presto quella mattina e quando vide dove si trovava cominciò a piangere amaramente, perché c'era acqua da tutte le parti della grande foglia verde e lei non poteva raggiungere la terra.
Il vecchio rospo era giù nel fango e stava decorando la sua stanza con giunco e boccioli gialli di ninfea: tutto doveva essere bello per la nuova nuora; poi nuotò col figlio fino alla foglia dove si trovava Mignolina, volevano prendere il suo bel lettino e metterlo nella stanza della sposa prima che vi giungesse lei stessa.
Il vecchio rospo si inchinò profondamente nell'acqua davanti a lei e disse: «Ora vedrai mio figlio, che diventerà tuo marito, e abiterete felicemente nel fango!».
«Koax, koax, brekke-ke-kex!» fu tutto quello che il figlio disse.
Presero il bel lettino e nuotarono via, e Mignolina rimase da sola a piangere sulla foglia verde, perché non voleva abitare con il brutto rospo e neppure sposare il suo brutto figlio. I pesciolini che nuotavano nell'acqua lì vicino avevano visto il rospo e avevano sentito quel che egli aveva detto, quindi si affacciarono per vedere la bambina. Vedendola, la trovarono molto carina e li addolorò molto pensare che dovesse andare a vivere con il brutto rospo. No, non doveva accadere! Si riunirono intorno al gambo che teneva la foglia su cui la bimba si trovava, rosicchiarono il gambo, così la foglia galleggiò via lungo il torrente, via con Mignolina, lontano, dove il rospo non poteva arrivare.
Mignolina passò molti posti, e gli uccellini che erano nei cespugli, vedendola, cantavano: «Che graziosa fanciulla!». La foglia andava sempre più lontano, così Mignolina si trovò all'estero.
Una farfallina bianca continuò a volare intorno a lei e infine si posò sulla foglia, perché Mignolina le piaceva tanto. La piccola era così felice perché il rospo non poteva più raggiungerla e perché tutto era bello intorno a lei: il sole brillava sull'acqua e la rendeva dorata. Allora si tolse la cintura e legò la farfallina alla foglia: in questo modo la foglia viaggiava molto più in fretta e così lei, dato che stava sulla foglia.
Improvvisamente giunse ronzando un maggiolone che la vide e subito la afferrò con la zampa alla vita sottile e la portò in cima a un albero, la verde foglia intanto continuava a galleggiare lungo il torrente e la farfalla la seguiva, dato che era legata alla foglia e non poteva liberarsi.
Dio mio, come si spaventò la povera Mignolina quando il maggiolone la portò volando sull'albero, ma era ancora più addolorata per la bella farfallina bianca che lei stessa aveva legato alla foglia; così non si sarebbe potuta liberare e sarebbe forse morta di fame. Ma di questo il maggiolone non si curava. Si posò con la fanciulla sulla più grande foglia verde dell'albero, le diede da mangiare il polline dei fiori e le disse che era così carina, anche se non assomigliava affatto a un maggiolino. Poi giunsero in visita tutti gli altri maggiolini che abitavano sull'albero; guardarono Mignolina e le giovani maggioline arricciarono le antenne e dissero:
«Ha solo due gambe, che miseria», «Non ha neppure le antenne!», «È così magra in vita, assomiglia a un essere umano! Com'è brutta!».
Così dissero tutte le maggioline, e dire che Mignolina era in realtà così graziosa! E questo lo pensava anche il maggiolone che l'aveva presa, ma quando tutti gli altri dissero che era brutta, alla fine lo credette anche lui. Non la volle più tenere con sé, poteva andare dove voleva. Volarono giù dall'albero e la posarono su una margherita; lei piangeva, perché era così brutta che i maggiolini non la volevano con loro, ma in realtà era la più bella che si potesse immaginare, delicata e luminosa come il più bel petalo di rosa.
Per tutta l'estate la povera Mignolina visse da sola nel bosco. Si fece un letto intrecciando fili d'erba e lo appese sotto una grande foglia di romice che la riparava dalla pioggia; si nutriva col polline dei fiori e beveva la rugiada che ogni mattina trovava sulle foglie; così passò l'estate e l'autunno, ma poi giunse l'inverno, il lungo freddo inverno. Tutti gli uccellini che avevano cantato soavemente per lei erano ormai volati via, gli alberi e i fiori appassivano, la grande foglia di romice sotto cui aveva abitato si arrotolò e divenne un gambo secco e appassito. Mignolina soffriva molto il freddo, i suoi vestiti erano stracciati e lei era così minuta e delicata che avrebbe potuto morirne.



Cominciò a nevicare, e ogni fiocco di neve che cadeva su di lei era come una intera palata di neve gettata su uno di noi, perché noi siamo più grandi e lei era alta solo un pollice. Provò a avvolgersi in una foglia appassita, ma non riuscì a scaldarsi, tremava ugualmente per il freddo.
Appena fuori dal bosco dove si trovava c'era un grande campo di grano, ma il grano era stato raccolto da tempo e ora dalla terra gelata spuntavano solo le stoppie secche e nude. Per lei tuttavia era come attraversare un bosco, e continuava a tremare di freddo. Infine giunse alla porta della casa della topa di campagna. Non era altro che un piccolo buco sotto le stoppie di grano. Lì abitava la topa, in un ambiente caldo, con una stanza piena di grano, una bella cucina e una sala da pranzo.
La povera Mignolina si mise davanti alla porta come una mendicante e implorò un pezzo di grano d'orzo, dato che non aveva mangiato nulla da due giorni.
«Poverina!» disse la topa, che in fondo era una brava e vecchia topa. «Entra nella mia calda stanzetta e mangia con me.»
Dato che Mignolina le piaceva, le disse: «Puoi restare qui con me per l'inverno, basta che mi faccia un po' di pulizie e che mi racconti delle storie, perché quelle mi piacciono molto» e Mignolina fece quello che la vecchia topa desiderava e si trovò molto bene.
«Avremo presto visite» disse la topa. «Il mio vicino viene a trovarmi ogni settimana. Sta molto meglio di me, ha grandi stanze e indossa una splendida pelliccia nera di velluto. Se tu riuscissi a sposarlo, non avresti più di che preoccuparti; ma purtroppo è completamente cieco. Devi raccontargli tutte le più belle storie che sai.»
Mignolina di questo non si curava, non voleva affatto sposare il vicino, che era una talpa. Venne in visita nella sua nera pelliccia di velluto, era molto ricco e molto colto, diceva la topa, e il suo appartamento era venti volte più grande di quello della topa, ma non poteva sopportare né il sole né i bei fiori; ne parlava molto male, perché non li aveva mai visti. Mignolina dovette cantare e così cantò sia "Vola maggiolino, vola!" che "li monaco va nei prati" ; la talpa si innamorò di lei a causa della bella voce, ma non disse nulla, perché era un uomo posato.
Aveva appena scavato un lungo passaggio nella terra che collegava la sua casa con la loro, e diede alla topa e a Mignolina il permesso di passeggiarvi quando volevano. Però disse anche di non aver paura dell'uccello morto che si trovava in quel passaggio, era un uccello intero, con le ali e il becco, ed era certamente morto da poco tempo - quando l'inverno era cominciato - e era stato sepolto proprio dove lui aveva fatto il passaggio.
La talpa prese un pezzo di legno marcio con la bocca, perché nel buio si illumina, e s'avviò, illuminando alle altre due il lungo e buio passaggio; quando giunsero dove giaceva l'uccello morto, la talpa alzò il largo naso verso il soffitto e spinse la terra, così si formò un grande buco e la luce potè passarvi attraverso. Sul pavimento c'era una rondine morta, con le belle ali strette lungo i fianchi, le zampe e la testa infilate sotto le piume: la poverina era certo morta dal freddo.
«Ora non canta più! Dev'essere triste essere nato uccello! Dio sia lodato, nessuno del miei figli diventerà tale; un uccello non ha altro che il suo cinguettare, e d'inverno muore di fame!».
«È proprio così, come lei dice da quell'uomo assennato che è» aggiunse la topa. «Che cosa ha in cambio dei suoi gorgheggi un uccello, quando viene l'inverno? Deve soffrire la fame e il freddo; ma tant'è, quando si hanno di queste idee grandiose...!»
Mignolina non disse nulla, ma quando gli altri si allontanarono dall'uccello, vi si chinò sopra, allontanò le piume che coprivano il capo e baciò i suoi occhi chiusi. "Forse era proprio lei a cantare così bene questa estate per me!" pensò "quanta gioia mi ha procurato questo caro e grazioso uccello!"
La talpa richiuse il foro da cui penetrava la luce e accompagnò le signore a casa. Ma quella notte Mignolina non riuscì a dormire; allora si alzò, intrecciò con del fieno un grande e bel tappeto e vi avvolse l'uccello; poi vi mise attorno del soffice cotone, affinché avesse un po' di calore pur trovandosi nella fredda terra.
«Addio, bella e piccola rondine!» disse. «Addio e grazie per le tue deliziose canzoni di quest'estate, quando tutti gli alberi erano verdi e il sole ci scaldava così piacevolmente.»
Poi posò la sua testolina sul petto della rondine, e si spaventò terribilmente, perché era come se qualcosa battesse lì dentro. Era il cuore della rondine, che non era morta, ma solo in letargo: ora era stata scaldata e era tornata in vita.
In autunno tutte le rondini volano via per raggiungere paesi più caldi; e se una si attarda, si raggela tanto che cade come morta e resta immobile finché la neve non la copre tutta.
Mignolina tremava per lo spavento, perché la rondine era grande paragonata a lei che era alta solo un pollice; ma si fece coraggio e avvicinò ancora di più il cotone alla poverina, poi andò a prendere una foglia di menta che le serviva da cuscino e gliela mise sotto la testa.
La notte successiva tornò ancora da lei, e la trovò viva, ma così debole che riuscì a malapena a aprire gli occhi per un attimo e a vedere Mignolina che aveva un legno marcio in mano, perché era l'unica luce che aveva.
«Grazie mille, graziosa bambina!» le disse la rondine malata «adesso mi sono scaldata ben bene. Presto riavrò le forze e potrò di nuovo volare fuori al sole.»
«Oh!» esclamò la fanciulla «è così freddo fuori, nevica e è tutto gelato! Se resti nel tuo lettuccio ben caldo, ti curerò io.»
Le portò dell'acqua in un petalo di fiore e la rondine la bevve e raccontò che si era ferita un'ala con un cespuglio spinoso e che per questo non poteva volare veloce come le altre rondini, in viaggio verso i paesi caldi. Alla fine era caduta a terra; di più non ricordava e non sapeva spiegarsi come mai si trovava lì.
Per tutto l'inverno restò nella galleria e Mignolina fu molto buona con lei e le si affezionò; né la talpa né la topa ne vennero a sapere nulla, perché la povera rondine non le interessava.
Non appena giunse la primavera e il sole scaldò la terra, la rondine dovette salutare Mignolina e aprì il buco che la talpa aveva fatto. Il sole penetrava nella galleria e la rondine chiese alla fanciulla se non voleva partire con lei; poteva sedersi sulla sua schiena, e avrebbero volato nel bosco. Ma Mignolina sapeva che se se ne fosse andata, avrebbe addolorato la vecchia topa.
«No, non posso» rispose. «Addio, addio, graziosa fanciulla!» disse la rondine e volò in alto verso il sole. Mignolina la seguì con lo sguardo e gli occhi le si inumidirono, perché voleva molto bene alla rondine.
«Qvit! qvit!» cantava la rondine e volò nel verde bosco.



Mignolina era molto addolorata. Non poteva neppure uscire al sole; il grano, che era stato seminato nel campo sopra la casa della topa, crebbe così alto che era come un fìtto bosco per la povera fanciulla, alta solo un pollice.
«Quest'estate ti devi cucire la dote!» le disse la topa, perché ormai il loro vicino, la noiosa talpa nella pelliccia di velluto nero, si era dichiarato nei confronti di Mignolina. «Devi avere sia la lana che il cotone; avrai biancheria da tavola e da letto, quando sarai la moglie della talpa.»
Mignolina doveva filare e la topa prese a cottimo quattro ragni per tessere giorno e notte. Ogni sera la talpa veniva in visita e diceva sempre che alla fine dell'estate il sole non sarebbe stato così forte: ora aveva bruciato tutta la terra; sì, quando l'estate fosse finita, si sarebbe festeggiato il matrimonio con Mignolina; ma lei non era affatto contenta, perché non le importava nulla della noiosa talpa.
Ogni mattina all'alba e ogni sera al tramonto sgusciava fuori casa e quando il vento muoveva le cime del grano, così da poter vedere il cielo blu, pensava a quant'era bello là fuori, e desiderava tanto poter rivedere la cara rondine, ma quella non giunse mai, era certo volata via verso i bei boschi verdi.
Venne l'autunno e Mignolina aveva la dote pronta.
«Tra quattro settimane ti sposi!» le disse la topa. Ma Mignolina pianse e rispose che non voleva sposare la noiosa talpa.
«Quante storie!» disse la topa «non intestardirti, altrimenti ti do un morso con i miei denti bianchi! È proprio un brav'uomo quello che sposi; neppure la regina ha una pelliccia come la sua. E ha sia la cucina che la cantina piene: dovresti invece ringraziare il Signore.»
E venne il giorno delle nozze. La talpa era già giunta per prendere Mignolina, che avrebbe dovuto abitare con lui nella profondità della terra, e non avrebbe mai più potuto uscire al sole, che le piaceva tanto.
La poverina era così triste, avrebbe dovuto dire addio al bel sole; almeno, stando dalla topa aveva il permesso di vederlo dalla porta.
«Addio, bel sole!» disse, e allungò le braccine in alto, e così facendo uscì un po' dalla casa della topa; ormai il grano era stato tagliato e c'erano solo stoppie secche. «Addio, addio!» gridò e buttò le sue braccine intorno a un fiorellino rosso. «Saluta la rondinella da parte mia, quando la vedi.»
«Qvit, qvit!» si sentì in quel momento sopra di lei; Mignolina guardò in alto e vide la rondinella che passava proprio di lì. Non appena la vide, la rondine si rallegrò; Mignolina le raccontò che non voleva sposare la brutta talpa e andare a abitare sotto terra, rinunciando per sempre a vedere il sole. E mentre parlava non tratteneva le lacrime.
«Adesso giunge il freddo inverno» le disse la rondinella. «Io volo lontano, verso i paesi caldi; vuoi venire con me? Puoi sederti sulla mia schiena. Puoi legarti con la cintura e così voliamo via dalla brutta talpa e dalla buia casa, lontano, oltre i monti, fino ai paesi caldi, dove il sole splende ancora più bello e dove è sempre estate e ci sono i fiori. Vola via con me, Mignolina, tu che hai salvato la mia vita quando giacevo congelata nella buia terra.»
«Sì, voglio venire con te!» rispose Mignolina, e si mise sulla schiena, posò i piedi sulle ali spiegate, fissò la cintura a una delle penne più robuste, e così la rondine si sollevò nell'aria, oltre il bosco e il mare, oltre le montagne sempre innevate; Mignolina sentiva freddo in quell'aria gelata, allora si infilò sotto le calde piume dell'uccello e tenne fuori solo la testolina per vedere tutte le meraviglie sotto di lei.
Così giunsero nei paesi caldi. Il sole splendeva ancora più luminoso che da noi, il cielo era più alto, sugli argini e sulle siepi cresceva l'uva più stupenda, verde e nera. Nei boschi pendevano dagli alberi limoni e arance, c'era profumo di mirto e di menta, e sulle strade di campagna i più graziosi bambini giocavano con grandi e variopinte farfalle. Ma la rondine volò oltre e tutto divenne ancora più bello. Sotto bellissimi alberi verdi, vicino al mare blu, c'era uno splendido castello di marmo bianco, dei tempi passati, e tralci di vite si avvolgevano ai pilastri; in cima c'erano molti nidi di rondine e in uno di questi abitava la rondine che portava Mignolina.
«Questa è la mia casa!» disse la rondine «ma se tu vuoi scegliere uno dei bei fiori, che crescono laggiù, io ti poserò lì e non potrai desiderare di meglio.»
«Che meraviglia» esclamò la fanciulla, battendo le manine.
C'era un grande pilastro di marmo caduto che s'era spezzato in tre pezzi, ma tra questi crescevano bellissimi fiori bianchi. La rondine volò laggiù con Mignolina e la posò su uno di quei larghi petali. Che sorpresa fu trovarvi dentro un omino candido e trasparente come fosse stato di vetro; portava sul capo una bella corona d'oro e aveva bellissime ali lucenti sulle spalle; e non era più alto di Mgnolina.
Era lo spirito del fiore. In ogni fiore abitava un omino o una donnina come lui, ma lui era re di tutti gli altri.
«Dio mio, com'è bello» sussurrò Mignolina alla rondine.
Il principino si spaventò molto a causa della rondine, che era proprio gigantesca rispetto a lui così piccolo e delicato, ma quando vide Mignolina si rallegrò, perché era la fanciulla più bella che avesse mai visto.
Prese la sua corona d'oro e gliela mise sul capo, le chiese come si chiamava e se voleva diventare sua sposa, così sarebbe diventata regina di tutti i fiori! Certo era un marito ben diverso dal figlio del rospo e dalla talpa con la pelliccia di velluto nero.
Lei disse di sì al bel principino, e subito uscirono da ogni fiore tanti omini e tante donnine, così graziosi che era un piacere vederli. Ognuno aveva un dono per Mignolina, ma il più bello fu un paio di graziose ali di una mosca bianca; vennero fissate alla schiena di Mignolina, così anche lei poteva volare da un fiore all'altro. Che gioia! e la rondinella tornò al suo nido e cantò per loro meglio che potè, ma in fondo al cuore era triste, perché voleva molto bene a Mignolina e non avrebbe voluto separarsi da lei.
«Non ti chiamerai più Mignolina!» le disse lo spirito del fiore «è un brutto nome e tu sei invece così bella. Ti chiameremo Maja!»
«Addio! Addio!» esclamò la rondinella e volò via di nuovo dai caldi paesi per andare lontano fino in Danimarca; lì aveva un piccolo nido sopra una finestra, dove vive colui che sa raccontare tante storie, e «Qvit, qvit» si mise a cantare per lui.
È così che conosciamo tutta la storia.



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view post Posted: 27/5/2012, 10:12 by: ROSELLA     +1Quello che raccontano i fiori - Fiabe e Leggende
Quando ero una bambina, cara Aurora, avrei tanto voluto sapere quel che si dicevano i fiori. Il mio professore di Botanica sosteneva che i fiori non parlano. Forse era sordo o forse non mi voleva dire la verità...Ma io sapevo che non era vero: sentivo il loro bisbigliare confuso la sera.
Erano sopratutto le rose a parlare moltissimo ma quando io mi avvicinavo per sentire meglio, si trasmettevano un messaggio: "Attenzione, arriva la bambina curiosa che viene a spiarci!" e subito dopo regnava il silenzio.
Io ero ostinata: camminavo quasi senza toccare l'erba e chinandomi nascondevo la mia ombra in quella degli alberi.
Finalmente sentìi delle chiare parole, ma non capivo in che lingua fossero. Avevano piccole voci che il minimo rumore copriva facilmente. Non parlavano francese e neppure latino che avevo cominciato a studiare da poco. Ma io capivo benissimo quel che dicevano, meglio di tutto quello che avevo sentito prima di allora.
Una sera finalmente riuscìi a sdraiarmi vicino ad un cespuglio di papaveri e seguire il loro discorso. Non era facile poiché tutti parlavano e facevano una gran confusione... Stava parlando un grosso papavero:
“Signore e Signori è venuto il tempo di finirla. Tutti i fiori sono uguali e la nostra famiglia non è da meno delle altre. Se volete considerare le rose come una famiglia nobile siete liberi di farlo”.
“ Noi non ci stiamo e ci consideriamo alla pari con tutti gli altri fiori..." Le margherite risposero tutte in coro:“ Il papavero ha ragione non abbiamo mai capito le arie che si danno le rose...”
Una margherita chiese : “Vi sembra forse che una rosa sia fatta meglio di me? Noi siamo più ricche, visto che una rosa non ha più di cento petali, mentre noi ne abbiamo cinquecento....”
Allora tutti cominciarono a vantare le proprie bellezze superiori a quelle delle rose. Paragonavano il fiore della rosa ad un cavolo e criticavano il loro profumo: un fiore educato non fa odori per farsi notare!
Cominciarono a litigare ma il dispetto che nutrivano contro le rose bloccò la rissa che stava per nascere...
Ero stanca di sentire i loro discorsi sciocchi e dando un calcio al pergolato gridai:
“ Zitti! state dicendo un mucchio di fandonie! Niente di quello che dite merita di essere ascoltato! Io pensavo di sentire qui bellissime poesie, sono profondamente delusa dalle vostre rivalità!” Si fece un profondo silenzio.
Vediamo se le piante rustiche sono più sagge di quelle coltivate che hanno ricevuto dall'uomo la loro bellezza artificiale. Sentiamo la rosa selvatica cosa dice della rosa a cento petali.
Bisogna dire che ai tempi della mia infanzia i giardinieri non avevano ancora creato tutte le nuove specie di rose. I nostri giardini erano pieni di roseti campagnoli. Poi sono venute le rose a cento petali. Io non ero per niente persuasa di quel che diceva il mio professore: che erano fiori mostruosi creati dai giardinieri. Per me la rosa centifoglia era il massimo della bellezza nel campo della floricoltura. Anche il suo profumo inebriante mi sembrava magico. Il mio professore che annusava il tabacco non l'avrebbe mai sentito.
Ascoltavo cosa dicevano le rose rampicanti sopra la mia testa:
“ Resta qui caro Zephiro, non andartene, i nostri fiori si stanno per schiudere e grazie a te il nostro profumo si sentirà in tutto il giardino. Raccontaci delle nostre origini.” - E’ anche la mia storia: Al tempo che tutte le cose del creato parlavano la lingua degli dei, io ero il figlio del re delle tempeste. Le mie ali nere toccavano gli orizzonti, i miei capelli si mischiavano con le nuvole....ero spaventoso. Avevo il potere di spostare le nuvole a mio piacimento....Insieme a mio padre ed ai miei fratelli abbiamo regnato per un lunghissimo tempo sul nostro pianeta deserto. Il nostro compito era distruggere e frantumare tutto quello che incontravamo sulla nostra strada. Sembrava impossibile la nascita di una qualsiasi forma di vita.
Io ero il più forte e arrabbiato di tutti. Quando mio padre era stanco e riposava toccava a me di continuare la sua opera di distruzione.
Nelle profondità del pianeta viveva uno spirito che si agitava per uscire all’aperto. Era una divinità potentissima: lo spirito della vita che voleva esistere e rompendo le montagne riempiva i mari di polvere. Poi un giorno l’abbiamo visto spuntare da ogni dove…I nostri sforzi raddoppiarono ma i nuovi esseri aumentarono di numero e si salvavano proprio per la loro piccolezza. Invano cercavamo a distruggerla, la vita risorgeva sotto nuove forme, in nuovi luoghi….
Incominciavamo ad essere stanchi e ci siamo dati appuntamento sopra le nuvole con il re delle tempeste, nostro padre. Mentre noi eravamo via, la Terra si ricoprì di un numero infinito di piante ed animali.
Il padre ci disse: “Ecco la Terra che ha indossato il vestito di nozze col Sole. Andate a mettervi fra di loro, radunate le nuvole più nere, rovesciate le foreste e scatenate i mari. Non tornate finché ci sarà ancora un essere vivente.”
Ci siamo sparpagliati come uno sciame mortale sui due emisferi. Come un fulmine io calai sull’ Estremo Oriente seminando morte e distruzione. Soddisfatto dei risultati raggiunti mi fermai a riposare.
E fu allora che sentì un profumo sconosciuto poi notai un essere nato da non molto sulla Terra: la rosa…Stavo per schiacciarla quando ella mi disse: “Abbi pietà di me, sono così bella e dolce, respira il mio profumo e mi lascerai vivere.” Il suo profumo inebriante mi fecce addormentare vicino a lei sul prato.
Al mio risveglio ella mi disse “Siamo amici…sei bello quando pieghi le ali e ti amo. Resta qui o portami con te.”
Misi il fiore sul mio petto e presi il volo…
Entrai nel palazzo fra le nuvole dove mi aspettava mio padre. “Che vuoi e perchè hai lasciato in piedi quella foresta?”
Allora gli mostrai la rosa dicendo: “Ecco un tesoro che voglio salvare”.
Rosso di rabbia mi porto via il fiore che ridusse in polvere, poi mi fecce girare e strappo via le mie ali.
“Miserabile bambino! Non sei più mio figlio. Vai sulla Terra a raggiungere lo spirito della vita! Vediamo se saprà fare di te qualcosa visto che per me sei niente e nessuno.”
Caddi nel vuoto poi rotolai da dove ero partito e mi ritrovai vicino alla rosa sempre bella e profumata.
“Miracolo, ti credevo morta! Sei forse risorta?”
“Si nel mondo dello spirito della vita tutto risorge…..Vedi questi boccioli? Sono le rose del futuro! Resta con noi, sarai nostro compagno e amico…”
Ero tanto triste e umiliato. Ero ormai legato a questa Terra che le mie lacrime bagnavano.
Lo Spirito della Vita senti il mio pianto e si fece vedere con le sembianze di un angelo radioso.
“Hai conosciuto la pietà, hai avuto pietà per la rosa e io ho compassione per te. Tuo padre è potente ma io sono più potente di lui. Lui distrugge, io creo!”
Mi toccò e io mi trasformai in un bel bambino con il colorito delle rose, poi ricevetti delle ali come quelle delle farfalle.
“ Resta con i fiori” mi disse. “Sarai al riparo nella foresta. Poi quando avrò placato la furia degli elementi potrai percorrere la Terra e sarai benedetto dagli uomini e cantato dai poeti. E tu dolce rosa che per prima hai saputo disarmare la furia con la bellezza, sarai il simbolo della riconciliazione fra le forze contrapposte della natura.”
Da allora vivo in pace e armonia e sono benvoluto da tutti….
Zephiro si mise a ballare con le roselline al suono di una musica celestiale.
Quando raccontai al professore quello che avevo sentito, disse che ero malata e che dovevo prendere una purga.
Meno male che la nonna non la pensava così e disse al professore che era da compatire visto che non aveva mai sentito parlare le rose. Sentire il parlare dei fiori e una qualità dell’infanzia.


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view post Posted: 27/5/2012, 08:51 by: ROSELLA     +1Il lato oscuro della gravità - Astronomia
Il lato oscuro della gravità
Offerto da : URANIA


Più si allontanano dalla Terra, più alcune sonde lanciate negli scorsi decenni sembrano rallentare la loro corsa. Il fenomeno, chiamato "anomalia Pioneer" perché rilevato per la prima volta proprio su queste sonde, sfida da anni astronomi e fisici: è come se venissero frenate da un'intensa forza gravitazionale. Poiché la gravità è originata dalla presenza di massa, evidentemente nello spazio circostante il sistema solare devono trovarsi grandi quantità di materia, non ancora rilevata dai nostri strumenti. Un' ipotesi più che valida che tuttavia lascia aperta la strada ad altre possibili spiegazioni.

Secondo alcuni scienziati esiste infatti la possibilità che le anomalie nel moto delle sonde siano dovute a una nostra scarsa conoscenza della forza di gravità: in determinate circostanze la sua intensità, al crescere della distanza, non diminuirebbe ma tenderebbe invece ad aumentare leggermente. Proprio per far chiarezza su questa e altre eventualità, l'Agenzia Spaziale Europea sta preparando un'apposita missione: nel 2011 verrà lanciata la sonda LISA, dedicata allo studio del comportamento della gravità e a confrontarlo con quello previsto dalla teoria attualmente ritenuta più attendibile, quella della Relatività Generale di Einstein.

La teoria sarà comunque messa alla prova già nei prossimi anni da altre missioni europee quali GAIA o Microscope. Nel frattempo americani e giapponesi hanno unito gli sforzi per cercare di misurare la velocità con la quale la gravità si propaga. Sappiamo che dovrebbe essere uguale alla velocità della luce, la massima raggiungibile in natura, ma non esiste ancora una conferma diretta. Ecco allora l'idea di provare a misurare dopo quanto tempo le perturbazioni gravitazionali che esercita il nostro Sistema Solare si faranno sentire su alcune stelle distanti. Per le conclusioni più discusse della teoria di Einstein il momento della verità è sempre più vicino.




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view post Posted: 27/5/2012, 08:49 by: ROSELLA     +1Cassini su Giove - Astronomia
Cassini su Giove
La sonda spaziale Cassini in orbita su Giove manda nuove immagini suggestive dal pianeta gigante. La sonda sta mandando dati per gli studiosi, che attualmente si stanno interessando degli effetti del vento solare sul pianeta gigante e sul suo potente campo magnetico. I primi risultati sono sconcertanti, infatti risulta che gli atomi del vento solare sfuggono al campo magnetico di Giove, sebbene questo sia molto forte. Il vento solare è un gas ionizzato che viene emesso dal Sole e che spinge dolcemente la materia di tutto il sistema solare. Ora gli scienziati della Nasa misureranno i cambiamenti dovuti dal vento solare nel campo magnetico di Giove. Così si capirà se gli atomi svincolano dal campo magnetico di Giove a causa del vento solare o a causa del campo stesso. L'immagine che vedete è la sagoma di Giove appiattita, ripresa dalla sonda Galileo, che fa parte del progetto congiunto Nasa, Esa.




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view post Posted: 27/5/2012, 08:47 by: ROSELLA     +1Generatore di pianeti - Astronomia
Generatore di pianeti

Gli astronomi stanno ormai da giorni osservando una particolare stella, che pare sia in grado di generare pianeti, questa stella dista circa seimila anni luce dal nostro sistema solare. Si suppone che fra pochi milioni di anni, questo particolare astro esploderà, forse dando qualche problema al nostro pianeta. Questa stella sta dando vita ad un vero e proprio sistema solare simile al nostro, gli osservatori del fenomeno sono gli scienziati dell'osservatorio nazionale di radioastronomia (NRAO), nel Nuovo Messico: la protostella prende la sigla G192.16-3.82, e è situata nella costellazione di Orione, una della più suggestive sicuramente durante l'inverno. La particolarità di questa stella sta nel fatto che ci può illuminare ulteriormente su come è stato generato il nostro sistema solare e com'era prima dello sviluppo ultimo. La G192.16-3.82 rappresenta un caso più unico che raro nella ricerca di embrioni stellari, infatti prima d'ora non era mai stata scoperta ed osservata una stella che generava un sistema simile al nostro. Questa ricerca è sempre stata ostruita dalle solite nube di gas e polveri che nascondono questi generi di stelle, nemmeno i telescopi spaziali fino ad oggi erano riusciti a trovare nulla di simile, almeno con questo tipo di visuale. La scoperta infatti è stata fatta con un telescopio a onde radio, che a differenza delle apparecchiature ottiche non ha difficoltà a "guardare" attraverso le nubi gassose e polverose. Infatti è proprio il caso della G192.16-3.82, situata nel bel mezzo di una nube gassosa, e circondato da embrioni di pianeti. La singolare stella sta al momento espellendo gas e materiale, e la sua esplosione è prevista in pochi milioni di anni, tempo che nella scala spazio tempo è relativamente breve.



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view post Posted: 27/5/2012, 08:22 by: ROSELLA     +1Crediti alle imprese, tutti i dubbi delle pmi - Sala da thè
I quattro decreti con i quali il governo intende sbloccare dai 20 ai 30 miliardi di debiti che l’amministrazione pubblica vanta con le imprese, conterrebbero una serie di limitazioni che potrebbero ridurre l’obiettivo di ridare liquidità alle aziende in un semplice buco nell’acqua.

A lanciare l’allarme sono soprattutto le piccole e medie imprese, che si sono schierate in prima fila nel chiedere profonde modifiche al provvedimento così come concepito dall’esecutivo. “Non sono per niente fiducioso sul buon esito di questa iniziativa – attacca Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte -, che appare come un escamotage di Monti per risolvere i suoi problemi di reputazione dopo una fase di forti critiche”.

Si tratterebbe insomma di fumo lanciato negli occhi degli italiani, e questo perché secondo Felici ci sarebbero tanti, troppi paletti che il governo avrebbe messo all’interno dei decreti stessi, che sono però ancora in fase di definizione e dunque suscettibili di modifiche.

Banche
“Innanzitutto – sostiene Felici - il fondo di garanzia istituito dal governo protegge le banche fino al 70% dei crediti vantati dalle imprese nei confronti dello Stato. L’ennesima conferma che gli istituti di credito proprio non vogliono farlo il loro mestiere e continuano a prestare denaro solo a fronte di coperture enormi”. Questo sarebbe dunque una sorta di peccato originale dei decreti, visto che le ingenti somme necessarie a garantire le banche, potrebbero essere sfruttate proprio per aumentare la liquidità alle imprese.

Tempi
Se un’azienda deve ottenere dei soldi da un ufficio pubblico, secondo quanto previsto dai decreti del governo, potrà chiedere che entro 60 giorni questo certifichi suddetto debito. “Se però ciò non avviene – spiega Felici – allora l’impresa privata può mettere in mora l’amministrazione pubblica e inizia un altro percorso di certificazione, la cui durata è stata stabilita in un anno. Un tempo però decisamente troppo lungo, che rischia di far fallire comunque l’azienda impegnata a far certificare il proprio debito”.

Regioni
Questa rappresenta, secondo le imprese, la nota più dolente dell’architettura legislativa messa in piedi dal governo. “La legge infatti – dice Felici - esclude dai benefici della certificazione e delle susseguenti compensazioni dei crediti con i debiti erariali, quelle Regioni che presentano difficoltà economiche”. Un elenco davvero molto nutrito, che comprende Regioni con la Sanità commissariata, come Lazio, Campania, Molise, Abruzzo e Calabria, e Regioni che stanno attuando piani di rientro come Puglia, Sicilia e Piemonte. “E’ evidente a tutti – attacca Felici – che escludere tutte queste Regioni dal programma di pagamenti, sarebbe come annacquare l’intero provvedimento ed è per questo che stiamo chiedendo con forza che i decreti vengano cambiati e le includano”.

Ricorsi
“Alcune voci, che però al momento ancora non trovano conferma – rivela Felici – sostengono anche che nei decreti sarebbe previsto che le imprese private che avessero intentato una causa contro la pubblica amministrazione per avere quanto dovuto, non potranno ottenere la certificazione. Si tratterebbe ovviamente di una limitazione dal sapore fastidiosamente punitivo che nel caso dovrebbe essere assolutamente tolta. Al moneto però, come detto, si tratta solo di vox populi”.

Equitalia
Esisterebbe infine un’ultima indiscrezione, che Felici però non si sente in nessun modo di alimentare, secondo cui le imprese che non avessero ricevuto cartelle esattoriali da Equitalia non potrebbero accedere alla certificazione e quindi alle possibili compensazioni con il fisco. Una misura che avrebbe del paradossale nel caso fosse confermata, perché vorrebbe dire penalizzare l’impresa che ha sempre pagato regolarmente le tasse, a favore di chi invece ha ricevuto un’ingiunzione da Equitalia.

panorama
view post Posted: 27/5/2012, 08:18 by: ROSELLA     +1Notaio truffatore smascherato da una tintoria - Sala da thè
La truffa era elementare: invare un plico in contrassegno ai titolari di imprese e esercizi commerciali di tutta Italia. Sulla busta recapitata da un corriere un timbro:”Obbligo adeguamento nuovi valori catastali“. E il corrispettivo da pagare: 28,50 euro.

Una cifra di tutto rispetto ma che non ha destato nessun sospetto in centinaia di commercianti italiani (che senza batter ciglio hanno pagato), ad eccezione di uno: il titolare della tintoria Mancini di Sandigliano, in provincia di Biella.

E’ stataproprio la signora Carla Mancini, a far scattare il 12 aprile scorso, la maxi operazione nel Centro e Nord Italia del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Biella che ha portato all’arresto di un falso notaio di 59 anni, residente a Vedano al Lambro, Monza Brianza e successivamente al risarcimento di tutte le vittime della truffa.

Infatti è per merito della signora Mancini, se 186 commercianti in 6 diverse regioni sono stati risarciti fino all‘ultimo centesimo di euro.

Quando si è accorta di essere stata vittima di una truffa?

“Purtroppo non immediatamente altrimenti non avrei mai pagato. Lo scorso anno abbiamo aperto un nuovo negozio in provincia di Biella e abbiamo dovuto fare degli adeguamenti catastali. E’ per questo che quando ho visto l’intestazione e il timbro non mi sono stupita. Poi aprendo la busta ho trovato un foglio con su scritto “Notifica: la vostra posizione catastale risulta correttamente aggiornata” . E’ davanti a questa frase che mi sono insospettita e ho fatto la mia prima verifica”.

Chi ha contattato?

“Nonostante la busta recasse nell’intestazione il nome e l’indirizzo di un notaio di Milano, tale dottor Leonardo Rossi con lo studio in via IV Novembre, ho chiamato il mio geometra di fiducia, quello che ci aveva seguito i lavori, e mi ha detto che il catasto non avrebbe mai inviato una notifica del genere e mai in contrassegno”.

E’ stato il geometra che le ha suggerito di rivolgersi alla Finanza?

“No, è stato mio padre. Quando è rientrato in tintoria le ho mostrato la busta, il contrassegno e anche un foglio che assieme alla notifica dell’aggiornamento dati corrretto ci specificava il perchè avevamo dovuto pagare la cifra di 28 euro e 50 centesi. In sostanza il notaio Rossi pretendeva 15 euro per la visura catastale e 13,50 euro per il costo di notificae consegna. La somma era quella che io avevo pagato al corriere”

Questa mattina lei e altre 186 persone in tutta Italia avete incassato l’assegno dello stesso importo truffato che grazie alla Guardia di Finanza del Nucleo di polizia tributaria siete riusciti ad avere come risarcimento. Qual è stata la sensazione?

“Bellissima. E chiaramente non per la cifra che abbiamo incassato e che ovviamente ci era stata truffata ma per la consapevolezza e la soddisfazione che se il cittadino fa il proprio dovere e denuncia, quindi collabora con le forze di polizia, i risultati si vedono”.

Lei ha ammesso, però, che inizialmente quando si è presentata alla Finanza si è sentita un po’ a disagio…

“Sì, mi sono sentita una stupida perchè mi sono accorta di essere stata vittima di una truffa ma poi la vergogna è passata ed ecco i risultati: una truffa sventata e quasi 200 persone risarcite fino all’ultimo centesimo di euro”

Ma la capacità e la prontezza dell’intervento dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Biella, comandati dal tenente colonnello Cruciano Cruciani, ha permesso il risarcimento delle vittime ma soprattutto di sventare una truffa ai danni di altre migliaia di commercianti ignari. Durante il blitz a casa del falso notaio Leonardo Rossi, sono state trovate oltre 6 mila lettere intestate e pronte per essere inviate.

Il falso notaio Rossi era riuscito a truffare 60 imprenditori in Piemonte, 39 in Toscana, 15 in Friuli Venzia Giulia, 1 in Lombardia, 49 in Veneto e 22 in Liguria.


panorama
view post Posted: 27/5/2012, 07:29 by: ROSELLA     +1Superbike: Marco Melandri “Mi piace il Miller, circuito scorrevole e veloce” - Moto Gp & SuperBike
Superbike: Marco Melandri “Mi piace il Miller, circuito scorrevole e veloce”
Il ravennate dopo aver dato alla Bmw la prima vittoria in Superbike ora vuole recuperare in classifica
di Antonello D'Amore

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Marco Melandri va al Miller fiducioso dopo aver finalmente ottenuto la prima vittoria della BMW in Superbike. Il ravennate arriva più rilassato negli Usa perchè essere riuscito a portare i bavaresi al primo successo leva a lui ed alla sua squadra tanta pressione. Ora c’è molta più fiducia e adesso l’obiettivo è tornare quanto prima davanti a tutti.

“La pista di Miller è davvero un bel tracciato – ha affermato Melandri – è scorrevole e veloce ma non facile, sebbene sia un buon circuito per il mio stile di guida. Ora come ora non guardo la classifica, ma voglio vivere alla giornata. Questo è un campionato molto aperto e piloti differenti possono vincere su ogni tracciato. Devo solo tirare fuori il 100% dalla mia moto e da me stesso e alla fine vedremo dove saremo. Sicuramente vincere la prima gara in Superbike ci ha dato tanta motivazione. E’ stato molto difficile farlo, perchè sebbene provavamo a non pensarci, sapevamo che vincere per la prima volta era importantissimo e questo ci metteva tanta pressione addosso. Ora che finalmente abbiamo raggiunto questo traguardo fondamentale, abbiamo però tanta fiducia in noi stessi e siamo sicuri che quella di Donington non sarà l’unica vittoria di quest’anno”



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